10 STRATEGIE PER MOTIVARE I DIPENDENTI

I grandi manager e imprenditori vanno oltre le condizioni basilari e adottano strategie che accrescono l’apprezzamento e l’entusiasmo per il lavoro. Le aziende hanno probabilità di ottenere quello che vogliono se aiutano gli operatori a ottenere quello che loro vogliono. Ecco alcune pratiche strategie da adottare: 

  • Fanno sentire i dipendenti riconosciuti e apprezzati per quello che fanno con email, note scritte o contatti personali. Questo approccio fa bene perché aumenta la dopamina,  il neurotrasmettitore del benessere. 
  • Coinvolgono i dipendenti nelle problematiche aziendali e nella mission attraverso uno stile autorevole e partecipativo da parte dei manager. Questa strategia promuove un senso di appartenenza. 
  • Comprendono i problemi e le ambizioni personali dei dipendenti. Del resto a tutti piace sentirsi capiti. I manager dove è ragionevole soddisfano alcune esigenze e cercano mediante il dialogo di conoscere e poi allineare le ambizioni personali e professionali di ciascun dipendente con il ruolo e i compiti in azienda.  
  • Promuovono l’autonomia dei dipendenti ad esempio lasciando un certo margine di movimento, stabilendo i risultati da ottenere senza definire nei minimi dettagli il modo in cui raggiungerli. Lasciano un certo spazio di movimento non solo in merito a come, ma a quando e con chi eseguire il lavoro. Questa strategia favorisce sia l’autodirezione che la fiducia, bisogni che in genere tutti avvertono.
  • Incentivano la competenza e le capacità dei dipendenti attraverso feedback, formazione. Rendono gli operatori indipendenti e poi liberano il loro talento, la loro creatività, le loro proposte per migliorare l’azienda. Affidano compiti e obiettivi elastici e commisurati alle loro capacità e risorse, né troppo difficili, né troppo facili. A tutti in genere piace crescere, variare e affrontare piccole e ragionevoli sfide. 
  • Promuovono la massimizzazione dello scopo e non solo del profitto. I dipendenti devono percepire di contribuire per l’azienda (rafforzando il senso di appartenenza al team) e per la comunità o la clientela, migliorando in qualche modo il mondo. In questo modo i lavoratori non solo afferrano come, ma soprattutto perché svolgono un certo compito. Questo segna il passaggio dall’accettazione al coinvolgimento pieno. Alcune citazioni rendono chiaro il senso di quanto detto: “Assicuratevi un cliente, non una vendita” (Katherine Barchetti); “Il valore di una persona può essere misurato in base alla capacità di influenzare il destino delle persone meno avvantaggiate. Poiché la morte è un’assoluta certezza per chiunque, la variabile importante è la qualità della vita di una persona dal momento della sua nascita a quello della sua morte” (Bill Strickland, fondatore dell’Associazione degli Artigiani di Manchester). 

Ma come i manager motivano i dipendenti che eseguono lavori ripetitivi e noiosi? Ecco tre strategie: 

  • Danno significato al lavoro. Fanno vedere il risultato, lo scopo del prodotto finale e i benefici per terzi andando oltre la routine dell’esecuzione.
  • Mostrano empatia, riconoscendo la noia di un certo lavoro e apprezzando il loro impegno. 
  • Promuovono l’autonomia, stabilendo il risultato finale ma non nei minimi dettagli il metodo. 

Per ottenere partecipazione, entusiasmo e produttività i dirigenti devono puntare alla vera motivazione, quella intrinseca e non estrinseca, cioè provare piacere nel lavoro in sé e non solo in vista di una ricompensa esterna. Pertanto sono sagge le parole espresse da Dale Carnegie: Non potrai mai raggiungere un reale successo a meno che tu non ami ciò che stai facendo”.

 

   

 

 

 

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