Roberto Stabile

ITALIAN SCREENS: LA PROMOZIONE DEL CINEMA ITALIANO NEL MONDO

Ne parliamo con Roberto Stabile, responsabile per i progetti speciali di Cinecittà per l’internazionalizzazione dei film italiani. Il progetto arriva in Bulgaria questo ottobre

Nel piacevole ambiente di Casa Libri a Sofia la scorsa settimana è stato annunciato l’arrivo del progetto ITALIAN SCREENS in Bulgaria con la proiezione del film “C’e ancora domani” di Paola Cortellesi. Il progetto di Cinecittà, supportato dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale italiano e dal Ministero della Cultura italiano, sarà realizzato nella capitale bulgara con il supporto dell’Ambasciata italiana e l’Istituto italiano di Cultura a Sofia. Il partner locale sarà Cinelibri. Il progetto programmato con una durata triennale, quest’anno farà parte della decima edizione del festival di cinema e letteratura Cinelibri 18-22 ottobre 2024. La presentazione del progetto è stata svolta da Roberto Stabile, responsabile della internazionalizzazione in Cinecittà con una lunga esperienza anche presso l’Associazione nazionale dell’industria cinematografica e audiovisiva italiana (ANICA).

Dottor Stabile, ITALIAN SCREENS è per prima volta in Bulgaria, ma è un progetto grande che esiste anche in altri Paesi. Ci può illustrare di cosa si tratta?

ITALIAN SCREENS è un progetto che ha avuto tre anni di sperimentazione ed è stato lanciato durante il festival di Cannes il 17 maggio quest’anno. Е’ un progetto molto importante perché vede uniti insieme il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero della Cultura per la produzione del cinema italiano. Lo scopo è quello di mettere a servizio di tutta la rete diplomatica – ambasciate, consolati, istituti di cultura – film italiani di recentissima produzione per svolgere la loro normale attività di promozione culturale. La sinergia fra i due ministeri vede la parte del Ministero della cultura con le risorse economiche per fare promozione. Da parte della rete diplomatica, c’è una capillare diffusione ovunque nel mondo. Insieme ci proponiamo di fare sia la promozione culturale, che commerciale. Ovvero, organizziamo proiezioni di film italiani di recente produzione in sale prevalentemente commerciali invitando pubblico, nella maggior parte delle volte pagante, e coinvolgiamo anche gli addetti ai lavori locali. In questo modo si crea un vero e proprio screening test e gli addetti ai lavori, principalmente distributori e produttori, si rendono conto della reazione del pubblico locale ai film italiani. A quel punto interveniamo e raccontiamo loro quali sono tutti gli incentivi che lo stato italiano mette a disposizione di coloro che comprano film italiani e li distribuiscono nel loro Paese.

Quali sono questi incentivi?

Noi abbiamo il Film Distribution Fund che supporta distributori locali che comprano e distribuiscono i film nelle sale, e copre le spese fino a 50.000 euro per istituzione teatrica e 15.000 per le piattaforme. Quindi, un distributore che compra un film italiano può ricevere da noi fino a 65.000 euro a titolo per supportarlo nelle spese di distribuzione nel proprio Paese. Allo stesso tempo cerchiamo attraverso lo strumento ITALIAN SCREENS di fare conoscere anche gli incentivi che l’Italia offre a coloro che vogliono venire a girare in Italia, quindi offriamo il Bel Paese come shooting location. Gli raccontiamo che abbiamo uno dei tax credit più importanti in Europa, che oggi arriva a coprire il 40 percento delle spese sostenute sul nostro territorio. A questo contributo economico si sommano tutti gli aiuti e supporti che danno le varie Film Commission, ne abbiamo una per ogni regione. Molte Film Commission gestiscono anche ulteriori fondi che sono regionali e si possono accumulare con quelli che mette a disposizione lo stato. Quindi, l’Italia è un Paese molto attrattivo anche per chi viene a girare un proprio film sul nostro territorio. La terza linea di intervento è quella di supportare e cercare di incrementare le coproduzioni. Noi cerchiamo di mettere insieme produttori e creativi di Paesi esteri con italiani proprio perché insieme producano e facciano i film che raccontino storie interessanti. Quindi, la nostra politica di internazionalizzazione attraverso ITALIAN SCREENS si basa su tre pilastri fondamentali: supporto di prodotto finito con Film Distribution Fund, Italia come location per gli shooting con tax credit del Film Commission e fondi regionali e coproduzione.

In quali Paesi arriva ITALIAN SCREENS?

Abbiamo lanciato ITALIAN SCREENS in India tre anni fa. Il primo esperimento era in India, negli Stati Uniti e in Sud America. Adesso abbiamo attività in tutti gli Stati Uniti da costa a costa, in Africa e Sud Africa, dovremmo fare delle tappe in Nigeria e poi in tutti i Paesi del bacino mediterraneo: Marocco, Tunisia, Algeria. In tutti questi Paesi abbiamo già svolto attività in tal senso. Nei Paesi arabi ci stiamo organizzando. Nel sud-est asiatico abbiamo già fatto delle tappe, in Thailandia, quest’anno andremo anche in Corea, nelle Filippine, in Indonesia, ritorniamo in Thailandia e vorremmo andare in Vietnam. Abbiamo già fatto delle tappe molto importanti a Tokyo, dove torneremo anche quest’anno e poi un po’ in tutte le capitali europee. Ci mettiamo subito agli ordini degli istituti di cultura e degli ambasciatori, che ci chiamano e si dichiarano disponibili. Questa sinergia funziona molto bene.

E nei Balcani?

Abbiamo fatto delle tappe in Albania, contiamo di andare anche in Croazia, ma con i Balcani contiamo di fare una cosa specifica. Ci siamo resi conto che in tutti i Paesi balcanici c’è un grande amore e si guarda con ammirazione l’Italia, c’è insomma voglia di collaborare con il cinema italiano. Il problema è che tutti Paesi dell’area balcanica presi singolarmente hanno un mercato cinematografico un po’ piccolo rispetto a ciò cui mirano gli importanti produttori italiani. Ma l’area è un mercato estremamente importante. Allora noi stiamo cercando di fare una cosa che non abbiamo mai fatto proprio per far crescere la collaborazione: creare un fondo di coproduzione bilaterale e plurilaterale. Siamo disposti a mettere tanti fondi dedicati a coproduzione tra l’Italia e l‘area balcanica. Così diamo al produttore italiano l’area come un singolo Paese.

Conosce il cinema bulgaro?

Con la Bulgaria siamo molto simili anche culturalmente e avremmo tante storie da poter raccontare insieme. Il problema è che non si creano spesso occasioni di incontrare i creativi dei due Paesi e soprattutto solitamente si cerca di fare una coproduzione per cercare dei soldi, che è il modo più sbagliato. La coproduzione non è uno strumento creato per chiudere un preventivo ma deve essere uno strumento che ti aiuta a raccontare una storia con un partner di un altro Paese, una storia che senti l’esigenza di raccontare e che non puoi raccontare solo dal tuo punto di vista, ma hai bisogno del punto di vista anche dell’altro Paese.

In Bulgaria è molto famoso il progetto dell’Istituto Italiano di Cultura a Sofia, il mese del cinema italiano per film italiani storici, ed è molto apprezzato dal pubblico bulgaro.

Un po’ in tutti i Paesi i film del passato italiano della storia del cinema sono molto apprezzati. Quello che noi cerchiamo di fare e di far capire è che è vero che abbiamo un passato importante e molto glorioso, però esso a volte ha “oppresso” la creatività dei nuovi registi. All’estero sono rimasti i grandi nomi dei nostri maestri e per un giovane regista è sempre un po’ difficile riuscire a essere considerato un autore, anche se negli ultimi anni vi è stata una svolta molto importante. Dove il cinema italiano attuale non è minimamente conosciuto e si conoscono solo i grandi maestri del passato noi cerchiamo di “utilizzare” il traino del cinema classico per far conoscere anche i nuovi registi.

Perché avete scelto il film “C’è ancora domani” per l’apertura del progetto in Bulgaria?

Perché questo è un film emblematico. Tratta un tema che non ha bisogno di essere spiegato, in tutto il mondo si conosce e si capisce. È un recentissimo successo inaspettato del cinema italiano e quindi abbiamo pensato che fosse il modo migliore per presentare il nuovo cinema italiano. Tra l‘altro la regista è una riconosciuta attrice, ma questa è la sua opera prima come regista, quindi è anche un buon modo per far capire ai nostri giovani che ce la possono fare tutti: con un’idea giusta si può avere facilmente successo. Nessuno avrebbe scommesso su questo film, visti gli incassi e la visibilità che ha avuto in tutto il mondo, oltre ai premi che ha avuto in Italia. Quando c’e l’idea buona il pubblico risponde.

 

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