Restiamo umani, un richiamo ai potenti attuabile però dall’uomo comune

“Restiamo umani”. Non è papa Francesco, questa volta, a rivolgere questa invocazione all’homo sapiens, bensì Roger Waters, ex bassista dei Pink Floyd, che ha tenuto un concerto a Roma ove non ha esitato a rivolgere pesanti e pressanti richiami ai potenti della terra.

La parola uomo deriva dal latino humus, che significa terra, a ricordare in modo costante l’umiltà – altro lemma che deriva sempre dal termine latino – che dovremmo riporre nelle nostre azioni. Umiltà da intendersi non come sinonimo di sottomissione, bensì come virtù grazie alla quale l’uomo riconosce i propri limiti, ben distante da ogni forma di superbia, di tracotanza.

Waters non esita a fare i nomi. Trump – America first, ovviamente, genuflesso di fronte al capo del Cremlino, alla recente conferenza di Helsinki, salvo poi rimangiarsi tutto una volta tornato negli Usa (!) -, Farage, le Pen, Putin… Una compagnia ben assortita ove il primo della lista non esita a girare l’Europa con una lavagna virtuale in perfetto stile manicheo: da una parte i buoni, pardon, i “forti”, dall’altra i cattivi, i Paesi considerati deboli o nemici. Che esempio di diplomazia! E Teresa May che lo ascolta e rivela al mondo che l’ineffabile Donald le ha suggerito di far causa all’Unione europea (sic!).

L’incertezza politica domina la scena mondiale e porta alla ribalta persone di basso livello culturale, che hanno diffuso l’industria della paura, traendone benefici che vanno al di là di ogni previsione, che stanno riportando se non l’intero pianeta, quantomeno quella parte del cosiddetto mondo occidentale che, alla fine della seconda guerra mondiale, aveva tratto le dovute conseguenze – mai più conflitti fra noi -, e che ora fa rivivere una situazione simile al periodo fra le due guerre, come hanno osservato studiosi e opinionisti. Un periodo fatto di tensioni, di nazionalismi sempre più esasperati, di insofferenza verso liberalismo e democrazia, di ricerca del capro espiatorio – gli ebrei, allora, i migranti oggi -, di volgarità e violenza diffuse in ogni dove, dall’ambito domestico a quello pubblico.

Restiamo umani, ritroviamoci come umani “non per noi – ha aggiunto Waters – ma per i nostri figli e per i nostri nipoti. Dobbiamo permettere anche a loro di godere delle colline toscane come del deserto dell’Afghanistan. E c’è qualcuno che vuole distruggere tutto questo”.

Già, troppe affermazioni sono improntate alla distruzione. Di questo passo il rischio di qualche sconvolgimento è reale. Ma se il richiamo di Waters è un rimbrotto per i potenti, senz’altro è un richiamo all’uomo comune che può far emergere quei principi di solidarietà e condivisione che devono essere alla base di ogni sviluppo civile. E umano, molto umano.

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