Giuseppina e Vittorio Gerosa, 1952

“AL LAGHETT” CORDIALITÀ E QUIETE CON UNA CUCINA MILANESE AL TOP

Dal 1890 il ristorante offre tranquillità e cucina milanese. Rosella Gerosa, quinta generazione della famiglia originaria, è la titolare e memoria storica del locale

In quel 1890 alla darsena Milano nasce la società Canottieri Milano che verrà poi affiancata dalla Canottieri Olona, ma sempre in quell’anno viene festeggiato in tutto il mondo la festa del 1° maggio, ma Francesco Crispi, presidente del Consiglio, vietò ogni manifestazione, in particolare nel capoluogo lombardo, per timore di disordini.

L’insegna davanti alla trattoria

Nei pressi dell’abbazia di Chiaravalle Emma Belli Blanef e il marito Vittorio Gerosa aprono un locale, la “Trattoria al Laghett”, giunta oggi alla quinta generazione nella gestione. Un ‘oasi di pace, non lontano dal centro di Milano, in cui poter trascorrere una piacevole giornata all’aperto – nella bella stagione -, festeggiare una ricorrenza o ritrovarsi con gli amici riscoprendo il piacere del pranzo della domenica, in un ambiente accogliente e familiare, gustando la buona cucina di un tempo.

In primavera ed estate si può godere del verde di un giardino curato, pranzando sotto un bersò di glicine.

La cucina è tipica milanese e propone le ricette di una volta così come le ha tramandate “nonna Emma” nel tempo

Il menù è un viaggio nella storia culinaria milanese e lombarda con qualche digressione in Emilia. Tra gli antipasti, è possibile assaporare – secondo il calendario – fiori di zucca freschi, cicorino, fichi, insieme a salumi ricercati nel territorio lombardo ed emiliano. E dove inserire i mondeghili? Qualcuno li gusta come antipasto, altri li preferiscono ad un secondo.

Una delle sale interne

Nei primi piatti la fa da padrone il risotto alla milanese che viene servito al salto o all’onda e nelle sue diverse varianti: con ortiche, con luganega o con i fiori di zucca. La pasta è rigorosamente fresca e fatta in casa: e così troviamo i ravioli di magro, le pappardelle e le lasagne al forno, gli gnocchi di patate, la zuppa di cipolle

secondi piatti esaltano le carni importanti che si gustano soprattutto nel periodo invernale: la cassoeula, il foiolo, il brasato di manzo con polenta, i bolliti misti, oltre ad alcune specialità come il pollo alla Diavola, la rustisciada, l’ossobuco di vitello e l’immancabile cotoletta alla milanese.

dessert sono rigorosamente fatti in casa e per i buongstai c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Il giardino della trattoria

La vecchia e storica cantina a volte raccoglie una selezione di vini per accompagnare ed esaltare i piatti descritti. Si notano gli ampi spazi all’interno, con un distanziamento fra i tavoli presente già prima della pandemia. “Infatti non abbiamo avuto particolari problemi né vogliamo averne: al cliente chiediamo green pass e misuriamo la temperatura”, spiega la titolare, Rosella Gerosa, pronipote di nonna Emma, con la quale ci intratteniamo per ricordare alcuni momenti e aneddoti.

Mi scusi, ma che fine ha fatto il laghetto, dal quale la trattoria prende il nome, in dialetto milanese?

C’è ancora, pur se si è ridotto. Fino al 1950 era alimentato da acque limpide, poi è diventato uno stagno: anatre e rane sono nel loro regno, la vegetazione è costituita solo dai canneti.

Ritorniamo ai tempi andati. I suoi bisnonni avviano l’attività: erano già esperti di cucina?

Sì, e teniamo presenti le condizioni dell’epoca. Riscalamento con stufa, niente elettricità… anche mia nonna mi ricordava che a volte si presentavano maggiordomi delle ville vicine e ordinavano bollito misto oppure cotolette alla milanese da ritirare due giorni dopo, tanto ci voleva per procurare i prodotti di base e cucinarli. Ricordo ancora con emozione che, qualche anno fa, è venuto a pranzo un signore già di età avanzata che mi ha detto che lui era il figlio della persona che portava il ghiaccio. Così andavano le cose.

Personaggi noti fra i vostri clienti, ne ricorda qualcuno?

Molti. Fra i più assidui, Pietro Annigoni, il “pittore delle regine”, goloso della nostra cotoletta alla milanese. Poi personaggi dello spettacolo: Renato Rascel, Walter Chiari, che gradiva il barbera bianco, Gianni Morandi, Giorgio Gaber, Ombretta Colli, Dario Fo, Franca Rame… Tutti molto cordiali, oserei dire semplici. E il clima di cordialità si diffondeva nel locale. Una caratteristica che è rimasta tutt’oggi, grazie a un’affezionata clientela.

Usciamo e notiamo qualche anatra che gironzola. Poco distante, il campanile dell’abbazia, in fase di restauro. Intorno scorrono acque ancora limpide. Sì, proprio un angolo di quiete.

 

www.allaghett.it

 

 

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