IL “GRANDE AMORE” È A MILANO
RISTORANTE CON UN SOLO TAVOLO

L’idea, del tutto unica, è stata realizzata da Carlos Valdes Ciampi, argentino d’origine. Nel suo raffinato locale il cliente trova un’atmosfera glamour

Definire unico questo locale può apparire persino riduttivo: un tavolo solo, riservato per un massimo di 10 persone, un menù particolare, un arredamento che unisce con eleganza ricordi dell’art déco e della classicità più raffinata. Stiamo parlando del ristorante Grand Love Milano, con un biglietto da visita raffinato ed esauriente: “Un tavolo 2mtx2mt solo per te e per i tuoi ospiti. Un maître in sala per coccolarvi e anticipare ogni vostra esigenza, senza invadere la vostra intimità. Un giovane chef per un menu completo cosmopolita e personalizzabile su richiesta, così come la carta dei vini. Un barman dall’esperienza internazionale e musica di sottofondo con selezione dei più bei brani musicali degli ultimi decenni per il vostro dopo cena. Questa la nostra promessa. Questo è Grand Love Milano. La rivoluzione glamour nel mondo della ristorazione”.

L’idea di un ristorante a un solo tavolo è venuta a Carlos Valdes Ciampi, cinquantenne argentino, e lo ha collocato nella zona del Naviglio Grande.

Il tavolo unico del GRANDE AMORE

Signor Ciampi, come le è venuta questa idea, che comporta rischi d’impresa non indifferenti?

Nel corso della mia lunga esperienza nel mondo della ristorazione, sia come barman che come maitre, ho sempre notato quanto fosse speciale il rapporto che si viene a creare con il primo cliente che giunge in un locale o con il primo tavolo. E questa atmosfera si ripete solo con l’ultimo cliente o l’ultimo tavolo quando si giunge a fine serata: un’intimità, una sintonia che vengono meno o comunque si riducono man mano che il locale si riempie, una “magia” che inevitabilmente si ridimensiona non appena l’attenzione la si deve distribuire su più ospiti, pur mantenendo alto il livello di qualità, cura, disponibilità. È inevitabile.

Ed è proprio pensando a questa “magia” che mi è venuta l’idea di un private restaurant: un format nato per ricreare proprio quell’atmosfera speciale, per fare sentire unico il cliente, per stabilire con lui una vera “connessione” sia che si mostri aperto al dialogo e desideri coinvolgerti nella serata sia se, al contrario, vuole godersi la privacy e la compagnia dei suoi ospiti, senza rumori di fondo, gente intorno e inevitabili attese.

Inoltre, mi ha sempre appassionato l’idea del “tailor made”, la personalizzazione in tutto e per tutto, la possibilità di offrire un menu in grado di soddisfare anche le esigenze più particolari così che nessuno si possa mai trovare nella situazione di rinunciare, ad esempio, a una cena al ristorante con amici per via di una dieta, di allergie, gusti particolari, intolleranze. E il numero ristretto di ospiti, al massimo 10, ci consente di creare anche un fuori menu ad hoc per ciascuno ospite, qualora ve ne fosse bisogno.

Altro punto non meno importante è il tema della privacy. A tavola nascono gli affari più interessanti: a tavola si chiudono tanti contratti, vengono siglati accordi, si avviano collaborazioni…Ma ho sempre pensato che il format della “saletta riservata” non fosse sufficiente e ho voluto creare un luogo ove i manager, i CEO, gli imprenditori, gli uomini d’affari in generale si potessero sentire liberi di conversare, negoziare, parlare di business consapevoli di trovarsi in un luogo “protetto”, discreto ma al tempo stesso caldo, accogliente, elegante ed esclusivo, ed è anche per questo motivo che siamo aperti a pranzo.

E, infine, last but not least, nell’epoca del social, delle stories, dei followers ecc, in un momento storico in cui la privacy è forse la cosa più difficile da difendere e più preziosa, soprattutto per le persone famose, ho pensato che un private restaurant potesse essere perfetto: personaggi famosi del mondo del calcio, dello spettacolo, della TV, del mondo della politica trovano in Grand Love Milano la location perfetta per “fuggire” dal mondo virtuale e anche da quello reale, concedendosi tempo per sé, con le persone che amano, senza il costante “inseguimento” da parte dei fan o dei “paparazzi”. Una nota di colore… al Grand Love Milano si accede anche dal retro, un po’ come negli anni del proibizionismo americano…!

L’ingresso del locale

Lei si rivolge a una clientela esigente che, però, deve essere in grado di apprezzare ciò che lei offre. Avviene sempre così?

A questa domanda mi viene da sorridere perché ci sono ancora clienti che chiamano e ci chiedono “mi dia il tavolo migliore” oppure “voglio il tavolo della vostra sala riservata” perché ancora non è chiaro per tutti che il tavolo è unico e che non si tratta di un tavolo conviviale (table sharing) ma che la nostra formula consiste nell’avere un intero ristorante, un’intera location, uno chef e un maitre dedicati a un solo cliente a sera con il suo gruppo (da 2 a 10 persone).

Pertanto, ciò che le posso dire è che abbiamo assistito più che altro allo stupore, alla meraviglia da parte di alcuni clienti di fronte al nostro format, proprio perché così nuovo e inaspettato, se non altro in Italia e a Milano. Una volta compreso il format, la maggior parte delle persone ne resta molto colpita e decide di sperimentarlo, soprattutto, come ha ben detto lei, quei clienti esigenti sempre alla ricerca di esclusività e raffinatezza sia dell’ambiente sia del menu, curiosi e “a caccia” di novità e capaci di comprendere il valore e l’unicità dell’idea imprenditoriale che c’è dietro e, ovviamente, anche dei costi. Molti sono clienti che frequentano i ristoranti stellati e anche da questi abbiamo avuto grandissimi apprezzamenti.

In generale ci apprezzano perchè noi vendiamo un’esperienza, non una cena, un’esperienza da costruire insieme ai nostri clienti: creiamo anche la colonna sonora ad hoc se il cliente ci indica specifici brani, una volta una cliente ci ha chiesto di prevedere un suonatore di cornamusa per il compleanno del marito, per un gruppo di amici abbiamo coinvolto una violinista e per una famiglia un mago per i bimbi…. Grand Love Milano è molto più di un ristorante!

Poi, chiaramente ci sono anche clienti che ci hanno detto che vanno al ristorante per vedere gente ed è giusto che sia anche così: non sono il nostro target ma  quello dei ristoranti tradizionali e noi non ce ne facciamo un cruccio!

Le chiedo qualche precisazione in più sui prezzi: ipotizziamo una cena fra quattro persone. Quanto costa?

Il costo di una cena o di un pranzo al Grand Love Milano è sempre di 100 euro a persona più 200 euro fissi di fee per la location in esclusiva. Quindi, per rispondere alla sua domanda, in 4 al Grand Love Milano il conto è di 600 euro. Ricordo peraltro che il costo si riferisce a un menu completo: bollicine di benvenuto, antipasto, primo, secondo, dolce, acqua, caffè e una bottiglia di vino ogni due persone. Poi, ovviamente, quando si effettuano modifiche e personalizzazioni al menu o alla carta dei vini e si introducono materie prime oppure etichette più costose, il prezzo inevitabilmente può variare e, comunque, viene sempre prima concordato con il cliente. Una volta un cliente ci ha richiesto un’etichetta particolare, la bottiglia costava più di 400 euro: noi siamo anche questo, capaci di soddisfare davvero qualsiasi richiesta.

Una “mise en place” molto curata

Molto interessante l’indicazione, l’invito, rivolto ai clienti, in fase di prenotazione, a indicare cosa desiderano nel menù, in base ai dettami “no waste”, nessuno spreco. E la clientela “obbedisce”?

Assolutamente sì! Da questo punto di vista non abbiamo mai avuto problemi anche perché siamo molto flessibili nell’andare incontro al cliente, a gusti particolari, ad allergie e intolleranze. Pertanto, nei giorni precedenti la cena o il pranzo si definisce il menu insieme al cliente partendo dai nostri menu classico e menu mare, lasciando   però la possibilità di indicare anche qualcosa fuori menu o chiedere consigli al nostro chef per costruire un menu completamente ex-novo: in questo modo se da un lato coccoliamo il cliente realizzando tutti i suoi desideri dall’altro garantiamo la massima freschezza e qualità di tutte le materie prime perché “andiamo a fare la spesa” ad hoc per ogni cliente, ogni giorno.

Il nostro concetto di NO WASTE è proprio questo: comprare quello che ci serve per ogni singola cena, giorno per giorno, per evitare sprechi e garantire il massimo in termini di freschezza e qualità.

Inoltre, con una punta di orgoglio, posso dichiarare che anche la clientela ci aiuta nel perseguire la filosofia “no waste” perché i piatti tornano sempre indietro completamente vuoti!

Signor Ciampi, perché ha scelto l’Italia? E perché Milano?

L’Italia e l’amore per questo paese fa parte di me da quando sono venuto al mondo: sono argentino di Buenos Aires ma i miei nonni materni erano italiani  (campani). Sono cresciuto con i loro racconti e in cucina, a fianco della nonna,  tra un raviolo alla ricotta, una cotoletta alla “parmisana” e gli gnocchi, ecc Dopo la laurea in marketing sono partito per il Vecchio Continente che ho girato per tanti anni, spinto dalla mia curiosità nei confronti di culture, arte, persone e paesaggi nuovi ma spinto anche a ritrovare le mie radici. E la tappa più importante di questo mio viaggio non poteva che essere l’Italia: amo l’arte, l’architettura, la moda e, ovviamente, la cucina italiana e per me era un sogno che si realizzava. Nel 1996 sono quindi finalmente approdato per qualche giorno a Milano: è stato un colpo di fulmine! Ho scoperto e conosciuto più a fondo il genio di Leonardo da Vinci che tuttora rappresenta per me motivo di studio, di esempio, di grandezza. E già allora così giovane, avevo 27 anni, ho promesso a me stesso che sarei tornato per aprire qualche cosa di unico, un locale che ancora non esisteva, che avrebbe rivoluzionato il mondo della ristorazione. E nel 2001, ci sono tornato a Milano, per restarci per ben 9 anni lavorando per agenzie di Eventi e Comunicazione e come barman in noti locali della night life, finchè nel 2010 sono ripartito per l’Argentina, richiamato da esigenze famigliari.

Carlos Ciampi con il giovane chef Matteo Tadini

È stato poi nel 2019 che ho deciso che fosse tempo di tornare.

La mia idea di un private restaurant aveva preso ormai forma, era matura, così come il suo nome, Grand Love Milano: amore per l’Italia, per la famiglia, per il cibo, per l’arte, per l’eleganza, per il gusto, per gli amici e per Milano, la città che mi ha sempre accolto e fatto sentire come a casa, la città dove ho sempre saputo avrei vissuto, la città del genio di Leonardo e la città della donna che amo e che ho ritrovato, proprio a Milano dopo 13 anni da un’estate a Mykonos…Che dite? Era molto più di un sogno, era un segno!

Grand Love Milano avrebbe aperto i battenti a Milano!

www.grandlovemilano.com

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