Dario Baldan Bembo

BALDAN BEMBO: LA MUSICA
È IN UN BARATRO TOTALE

Lucio Battisti, Bruno Lauzi, Renato Zero, Franco Califano le collaborazioni più significative, anche con i produttori Sergio Bardotti, Giancarlo Bigazzi, Giovanni Sanjust. Il 16 maggio concerto autobiografico al teatro Giorgio Gaber di Milano

La musica nella vita. Fin dalla nascita. Dario Baldan Bembo, compositore, polistrumentista, cantante, nato a Milano nel 1948, le prime note le ascolta dalla madre, Domenica Andreini, maestra di pianoforte, e dal fratello maggiore Alberto, compositore, arrangiatore, armonizzatore, produttore, direttore d’orchestra, pianista, organista e vibrafonista, con il quale si esibirà nel periodo estivo in diversi locali. Nel 1966 la grande svolta: conosce Ico Cerutti, che lo introduce al Clan di Celentano, dove suona come tastierista.

Via via, Dario Baldan Bembo si afferma non solo in Italia ma anche in campo internazionale con molteplici successi: da Djambalà, tema del film Il dio serpente a Piccolo uomo, Donna sola e Minuetto, interpretati da Mia Martini, e quindi Soleado, divenuto una hit internazionale poiché la versione inglese Child is born viene portata al successo da diversi artisti, fra cui Bing Crosby, Mireille Mathieu, Demis Roussos, Placido Domingo, Andrea Bocelli, Il Divo, Sarah Brightman.

Collaborazioni significative con Lucio Battisti, Bruno Lauzi, Renato Zero, Franco Califano. Nel 1982 con Amico è, sigla della trasmissione televisiva Superflash, condotta da Mike Bongiorno, scala le classifiche per arrivare al primo posto. Nel 2014 vince il Festival Nazionale di Musica Cristiana con il brano “Papa e Papà”, su testi di Franco Romeo.

Un percorso professionale di assoluto rilievo. E questa introduzione potrebbe essere ancora più estesa, ma con Dario Baldan Bembo vogliamo parlare un po’ della musica odierna.

“C’è soltanto un termine per definire la situazione attuale: un disastro totale. Oggi l’unica maniera di vendere è inserire un brano su Youtube e verificarne le visualizzazioni. Siamo caduti nel baratro.

Mi spiego – si infervora Baldan Bembo -: fino a qualche lustro fa avevamo il 45 giri e anche il long playing, poi le musicassette e quindi i primi cd. Il pubblico aveva un’ampia possibilità di scelta anche per conservare e risentire un brano o una serie di canzoni. Oggi ci si affida allo smartphone o al pc”.

Oggi non ci sono più le Case discografiche italiane come CGD, Ariston, Arc (costola della Rca), Durium… ci sono delle big in ambito internazionale, dove primeggiano Sony e Bmg.

“Comunque, la musica vive – riprende il compositore -e si continua a diffondere, niente e nessuno può fermarla. Il contrario della musica è il rap. Non è musica. Si tratta di una esibizione individuale, quindi perde la caratteristica di essere musica. Sopravvivono senz’altro coloro che fanno musica e melodie, oggi la gente ha voglia di cantare, anche in gruppo, basta essere soli. La pandemia ci ha isolati. Molto. Si sta riscoprendo la voglia il piacere di cantare, anche in gruppo”.

Riguardo alle esperienze personali, Dario Baldan Bembo fa riferimento a preziosi collaboratori: “Ricordo degli ottimi produttori. Io lavoravo con Sergio Bardotti, Giancarlo Bigazzi, Giovanni Sanjust. Ma mi fa piacere menzionare anche Caterina Caselli, grande produttrice. Tutte persone che sanno cosa è la musica e come si deve intervenire per realizzare al meglio un brano”.

Dario Baldan Bembo annuncia un concerto “autobiografco” in programma il 16 maggio al teatro Giorgio Gaber di Milano, ex Lirico, “La musica, la mia vita”. “Sì, autobiografico perché non riproporrò soltanto una carrellata dei brani che mi hanno fatto conoscere al grande pubblico, ma racconterò anche aspetti della mia vita artistica, aneddoti, curiosità”.

 

 

 

 

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