LE FACCE DIVERSE
DEL MONDO MASCHILE

Hanno davvero le donne imprenditrici pari opportunità con gli uomini nella società moderna? Perché ancora oggi le femmine in politica rimangono una minoranza?

Lo psicologo Giulio Cesare Giacobbe scrive nel suo libro “Come diventare bella, ricca e stronza” che alle donne manca la “memoria storica” nel fare soldi. Gli uomini, invece,  hanno accumulato un’esperienza millenaria. E ha ragione.

Perché nel corso della storia della nostra civiltà, le donne sono state limitate e ostacolate nel loro cammino nella vita pubblica. Lo sono ancora in molti paesi nel mondo. E, in un certo modo più “raffinato”, anche nei paesi sviluppati. Quasi cento anni fa la donna è stata ancora considerata soltanto come portatrice di vita, per la quale non serve studiare, fare carriera, crescere come persona, avere un proprio posto nella società e non identificarsi con il marito, guadagnare propri soldi. I suoi compiti erano diversi: decorare la vita degli uomini, far nascere e accudire i figli, prendersi cura della casa, creare conforto, sostenere il marito nei suoi affari. In tutte le sfere della società, le donne pioniere hanno combattuto per anni battaglie feroci per la parità di diritti: scienza, arte, affari, politica.

Il suffragio femminile viene introdotto nella legislazione internazionale nel 1948 , ma è stato esplicitamente considerato un diritto nel 1979 sotto la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione della donna, adottata dalle Nazioni Unite, sottoscritto da 189 nazioni…

E che ironia, proprio nel modello utopico del comunismo per l’organizzazione della società, la donna è accettata come “uguale”. Tuttavia, questa uguaglianza ha i suoi lati oscuri e il ruolo di primo piano degli uomini non è cambiato molto.

Cosa succede oggi, negli anni 20 del 21 secolo? La pandemia ha aumentato le disuguaglianze di genere. Le donne sono state più penalizzate sotto il profilo economico e sociale. (Si veda il nostro articolo).Con i lockdown è cresciuta la violenza sulle donne. Christine Lagarde, la prima donna presidente della Banca centrale europea, si è lamentata del fatto che le 19 banche centrali della zona euro siano gestite da uomini e che lei e la sua controparte tedesca Isabel Schnabel erano le uniche donne nel consiglio di 25 membri della BCE.

Ma c’è di più. E lo dico in prima persona, come donna imprenditrice con quasi 20 anni di esperienza sia nel mercato bulgaro, che in quello italiano. È una cosa che purtroppo si sente più in Italia, che in Bulgaria (perché è un paese ex-comunista o per la mentalità diversa, non lo posso dire). In Italia la donna negli affari non viene accettata ancora alla pari, non viene considerata come un business partner affidabile, gli uomini preferiscono ancora vedere nella sala riunioni un uomo, preferibilmente di una certa età, invece di una donna, soprattutto se è anche bella. Lei deve essere dieci volte migliore di un uomo nella stessa posizione per vincere quell’atteggiamento. E non c’entra l’età, non c’entra la classe sociale, e neanche l’educazione o la provenienza.

Ma, se vogliamo dare l’opportunità alle donne di costruire una propria “memoria storica” nel mondo degli affari, quando è che cominciamo davvero?

 

 

IN PRIMA PERSONA >>

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