Maurizio Ferreri, fondatore di Ferreri Group

UN TRIONFO DEL MADE IN ITALY
CON FORMAGGI, VINI, OLIO EXTRA

Dopo la caduta del muro di Berlino, un italiano proveniente dalla Sicilia, inizia per primo a esportare prodotti italiani di alta qualità verso la Bulgaria.
Vi presentiamo Maurizio Ferreri

Fino al 1991 i formaggi, il caffè e i vini italiani, l’olio di oliva extravergine e tanti altri prodotti di una qualità di fama mondiale sono sconosciuti per il mercato bulgaro, appena uscito dal regime sovietico e aperto per l’Ovest. Maurizio Ferreri comincia a presentarli al pubblico bulgaro e apre “La Dolce Vita”, il suo primo ristorante a Sofia. Oggi la Ferreri Group, realtà da lui fondata, è una società riconosciuta e stimata e i prodotti che mette in vendita sono apprezzati e di ottima qualità.

Economista e specializzato in marketing nel settore dei prodotti tipici, Maurizio è membro della Federazione Italiana Cuochi (FIC), dell’Associazione Italiana Sommelier AIS (di cui è presidente in Bulgaria), della Scuola Europea di Sommelier (presidente in Bulgaria), dell’Istituto Internazionale di assaggiatori del Caffè, dell’Associazione dei Raccontatori del Gusto – Brand Ambassador. Organizza o partecipa a tutti gli eventi a Sofia e in tutta la Bulgaria: fiere, degustazioni e presentazioni, lavora per progetti europei multinazionali, progetti di autore, organizza corsi, partecipa a mostre, educa…. e parla benissimo la lingua bulgara. Consulente per le start-up nel settore della ristorazione, ha fatto crescere lavorativamente molte persone in Bulgaria. Maurizio Ferreri e anche l’autore del libro “Il tavolo è scorciatoia”, della guida “Il ristorante italiano all’estero” e del “Codice del Vino”, glossario di termini tecnici per la degustazione del vino.

….

 

Come ha iniziato la sua attività, quali sono stati le difficolta e le possibilità?

Ho iniziato per necessità, dovevo lavorare in Bulgaria e mi mancavano i prodotti italiani, specialmente il caffè. Portavo una scorta e in qualche occasione ne regalavo qualche confezione. Un giorno un collega mi chiese se avessi potuto portare del caffè per un suo cugino che aveva un piccolo bar e voleva proporre caffè italiano originale, cominciai così.

 

Negli anni successivi molti altri imprenditori italiani sono venuti in Bulgaria. Essere il primo le ha dato un vantaggio?

Non saprei. Si paga lo scotto di prodotti sconosciuti, sto parlando dei primi anni 90. Adesso è facile, tutti sanno cosa sia l’olio extravergine, la mozzarella, il parmigiano. Adesso la tappa fondamentale è fare capire la differenza della qualità.

 

Come è cambiato il settore della ristorazione in Bulgaria dal 1991, quando lei ha aperto il suo primo ristorante, fino ad oggi?

Adesso si trovano i prodotti in abbondanza, i bulgari hanno imparato ad apprezzare la cucina italiana, molti hanno viaggiato e conoscono tanti prodotti e pietanze. Tutto è diverso, il cambiamento è stato repentino e molto più veloce rispetto agli altri Paesi. Forse è stato un po’ merito mio…

 

Come vede il futuro dei ristoranti, delle fiere e in genere della vita imprenditoriale con la pandemia?

Ci vorrebbe una palla di vetro. Subito dopo il manifestarsi della pandemia io avevo fatto una previsione che si è dimostrata totalmente sbagliata. Io pensavo che avremmo sofferto per l’anno in corso. Già dopo l’estate sarebbe iniziato il cambiamento di rotta e con l’anno nuovo si sarebbe tornati alla normalità. Invece è passato il primo anno, è passato il secondo anno, siamo entrati nel terzo anno e non ci sono prospettive rosee all’orizzonte. Adesso penso che dovremmo imparare a convivere con situazioni di emergenza. Per le fiere lo stesso, noi ne abbiamo organizzata una a settembre e ci stiamo preparando alle prossime fiere, con molta prudenza e attenzione. Mi ritornano in mente gli studi fatti all’università che presupponevano, nel redigere un business plan, di valutare l’impatto di eventuali pandemie o crisi di grande portata. Mi ci sono imbattuto dopo quarantacinque anni.

….

 

Come si sente a Sofia e cosa le manca dall’Italia?

Diciamo che adesso sono più spesso in Italia. Per la verità adesso in Bulgaria c’è tutto, i problemi che vedo sono i problemi con il personale e ciò che mi spinge verso l’Italia è la sanità. Intendiamoci, in Bulgaria ci sono grandi professionisti e personale veramente ad alto livello, ma tutto è diventato ‘’soldi’’. I medici hanno capito che possono guadagnare molto alle spalle dei poveri malati e tutto è diventato una speculazione. Io vedo con i miei nipotini esami ed analisi in continuazione mentre alla stessa età un’altra mia nipotina in Italia ha avuto una sola volta l’analisi del sangue. Per esperienza diretta devo anche dire che abbiamo avuto un problema e in Emilia Romagna siamo stati assistiti in maniera eccezionale e senza pagare un centesimo.

 

www.ferrerigroup.com

 

Condividi
Share

Commenti

be the first to comment on this article

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vai a TOP