QUEL CRIMINE DELLA GUERRA ABOMINIO DI OGNI DIRITTO
Presentazione del saggio “NO WAR. Scritti contro la guerra”, di Angelo Gaccione. L’autore ha messo in rilievo il sistema criminale dell’industria bellica sostenuto dall’apparato militare-industriale
Alla biblioteca Chiesa Rossa del centro culturale Puecher di Milano è stato presentato il saggio di Angelo Gaccione “NO WAR. Scritti contro la guerra”. La presentazione è stata curata dallo scrittore e promotore culturale Giorgio Riolo.
Questo mondo fatto di Stati armati che foraggiano un’industria di morte, di governi che lasciano produrre ed esportare armi, che le comprano distruggendo risorse economiche preziose dei loro Paesi, degli scienziati che le progettano e ne sperimentano consapevolmente il potere distruttivo, delle alleanze militari, degli eserciti, è già di per sé, prima di qualsiasi guerra provocata o subita, un sistema globale criminale.
Sono più di 50 anni che Angelo Gaccione lo ripete e si batte per il disarmo, la pace e la non-violenza, ad iniziare dalle iniziative con lo scrittore Carlo Cassola insieme a David Maria Turoldo, e ora tramite gli scritti sulla rivista Odissea, alcuni dei quali sono raccolti proprio nel libretto che viene ri-presentato. E continuerà sempre a occuparsene tramite giornali, interviste e incontro pubblici, sostenuto da quei pochi ma coraggiosi “utopisti” che non demordono, come lo scrivente con il proprio Centro Culturale Candide.
E criminali vanno considerati senz’altro i gazzettieri – non li si può più definire giornalisti – che soffiano sul fuoco, seduti sulle loro comode poltrone, con le bretelle rosse ben tirate e corrispondenti da New York, con i loro deretani al sicuro, e gli “statisti” da barzelletta di casa nostra che giocano alla guerra.
Numerosi sono stati gli interventi del pubblico, tra i quali si segnala quello notevole di Giulio Beltrami, responsabile informatico e della comunicazione del salotto culturale Filosofia sui Navigli, il quale è autore e promotore della lodevole iniziativa “Holo City. Da villaggio globale a villaggi globalmente connessi”, per diffondere la coscienza eco-pacifista e convertire l’apparato militare e l’industri bellica in industria scientifica e di ricerca, per opporre alle armi nucleari e allo sterminio planetario le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione che potenziano il pensiero umano.
Come non trovarmi d’accorto con questa iniziativa, se da anni conduco le mie battaglie di libero pensiero per la salute pubblica sullo stesso terreno dell’armoniosa cooperazione di più intelligenze avverso le ideologie che fomentano i conflitti.
Il mio intervento, quale relatore inserito tra le testimonianze ha riguardato il contesto normativo dell’industria bellica, che si radica paradossalmente su dichiarazioni di principio e di regole umanitarie da adottare nel contesto di una guerra “corretta” e “rispettosa” dei diritti umani… che compongono quel “diritto internazionale umanitario”, già “diritto dei conflitti armati”, che è solo una colossale ipocrisia.
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