QUANTO AMIANTO C’È
ANCORA IN ITALIA?

La notizia apparsa sul Secolo XIX di sabato 19 novembre 2022 e su altri quotidiani sull’indennizzo da malattia professionale agli eredi di Giovanni Panariello, 66enne del napoletano esposto all’amianto tra il 1978 e il 1991, ci ricorda e ci rende ancora consapevoli dell’ancora attuale e drammatico problema, trascurato dalle istituzioni, delle fibre di amianto nell’aria che respiriamo e dei MCA manufatti contenenti amianto sparsi per l’Italia.

Dopo i più gravi casi delle malattie professionali sul lavoro degli operai che lavoravano l’amianto, con i risarcimenti ai familiari del soggetto defunto che arrivano con notevole ritardo, resta il problema che interessa ancora tutti finché non si opera uno smantellamento e smaltimento di tutti i materiali cancerogeni ancora abbandonati in fabbriche e capannoni industriali e ancora purtroppo in qualche edificio di civile abitazione.

Una sottaciuta emergenza

L’emergenza sull’inquinamento da amianto in Italia è drammatica, ci sono ancora 58 milioni di mq di coperture in cemento-amianto, oltre a 40 milioni di tonnellate di materiali contenenti amianto. Ogni anno in Italia sono oltre 7mila le vittime legate all’impiego di materiale contenente amianto. L’ONA Osservatorio Nazionale Amianto del collega avvocato Ezio Bonanni ha pubblicato i dati aggiornati nella sua ultima pubblicazione “Il libro bianco per le morti di amianto in Italia – ed. 2022”.

Eppure, esattamente 30 anni fa, tra i primi Paesi in Europa e nel mondo, l’Italia metteva al bando l’amianto attraverso l’importante legge 257/92.  vietando l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti amianto, secondo un programma di dismissione il cui termine ultimo veniva  fissato al 28 aprile 1994. Ma dopo non si è progettato alcun piano di smaltimento capillare su tutto il territorio nazionale di questo materiale cancerogeno le cui fibre aerodisperse interessavano tutta la popolazione.

Secondo le stime dell’Associazione italiana registro tumori (AIRTUM), nel 2020 erano attesi circa 1.500 casi tra gli uomini e 500 tra le donne. Il 90 per cento dei mesoteliomi è dovuto all’esposizione ad amianto, un materiale che è stato utilizzato soprattutto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso.

Come viene smaltito l’amianto?

I rifiuti di amianto sono da smaltire solamente nelle discariche per rifiuti pericolosi, oppure in una discarica per rifiuti non pericolosi se dotata di apposita cella per rifiuti che contengono amianto. Il Catalogo Europeo dei Rifiuti(CER) fornisce la classificazione dei tipi di rifiuti così come stabilita dalla direttiva 75/442/CEE riguardante tutti i rifiuti, siano essi destinati allo smaltimento o al recupero.

Uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha evidenziato che il carico sanitario in Italia stimato ammonta a circa 4.400 decessi/anno dovuti all’esposizione ad amianto nel periodo 2010-2016: 3.860 uomini e 550 donne.

Se il vicino ha il tetto in amianto e non denuncia la sitazione, possiamo farlo noi. Anzi, lo dobbiamo segnalare perché è nostro dovere tutelare la salute pubblica Le segnalazioni si possono  fare alla ASL o anche via web in forma anonima ai Carabinieri o ai vigili urbani.

L’ONA ha recentemente creato un App tramite la quale la cittadinanza può segnalare anche solo sospette presenza di manufatti contenenti amianto non smaltiti.

Nelle scorse settimane il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) hanno voluto celebrare questo risultato con l’evento Amianto e Salute: priorità e prospettive nel trentennale del bando in Italia. Ma nel mondo il 75% dei Paesi è ancora privo di regole. Del resto, tutte le tipologie di amianto sono cancerogene per l’uomo e causano il mesotelioma, il tumore del polmone, della laringe e dell’ovaio; oltre a queste patologie neoplastiche, l’esposizione ad amianto causa asbestosi, cioè una malattia cronica polmonare. Sul punto anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) è sempre stata molto chiara: tutti i tipi di amianto creano gravi danni per la salute.

Ma il commercio di amianto continua

Ma ciò che è più grave è che dal 2011 a tutt’oggi, i Governi hanno permesso che si importasse amianto in Italia. Sapevano ed hanno taciuto alla Nazione. Hanno lasciato che si introducesse sul territorio della Nazione un materiale killer che ha una grandissima capacità di disperdersi nell’ambiente, senza riguardo né per la salute della collettività, e tanto meno per quella dei loro stessi figli. Di questo scandalo feci un post di denuncia su Facebook che dovrebbe essere pubblico ma ora è visibile ai soli iscritti al social: www.facebook.com/notes/355713045514580

Ne riporto allora di seguito i passi principali. Non credevamo alle nostre orecchie, ascoltando in aula le parole del sottosegretario all’interno Domenico Manzione: “In quattro anni abbiamo importato tonnellate di materiali contenente amianto, dal 2011 al 2014.” Lo ha placidamente ammesso in Aula rispondendo a una interpellanza firmata da Luigi Di Maio, come se stesse fornendo un’informazione qualsiasi. Chissà se sapeva di cosa stesse parlando. Ci ha poi però “rassicurato”, informandoci che negli anni successivi i quantitativi sono diminuiti “in modo significativo”. Ma il Governo si rende conto che esiste una legge del 1992 che vieta totalmente sia l’importazione che la commercializzazione di amianto sull’intero territorio nazionale? Che roba è mai questa, importare ancora amianto nel XXI secolo?

Da anni si cerca di bonificare scuole, uffici, ospedali, case, fabbriche e quant’altro perché ne siamo completamente sommersi, come abbiamo da tempo segnalato con le nostre inchieste ed articoli, perché non esiste né un piano nazionale unico del Governo, né da parte dei Comuni e degli altri enti istituzionali. Non si sa neppure dove va a finire e come viene rimosso quello dei singoli privati.

E se qualcuno si dovesse chiedere quali siano questi prodotti indispensabili a base di amianto che l’Italia importa, beh…  resterà deluso: non è dato sapere. Per scoprirlo ci toccherà contare ancora una volta sulla magistratura.

Milano, 21 novembre 2022

Avv. Giovanni Bonomo – Comitato Nazionale Amianto Eppur si muore

 

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Avvocato di imprese editoriali e televisive, ricercatore in diritto dell’informazione e dell’informatica. Responsabile dell’Osservatorio sul diritto d’autore de Il Sole 24Ore. Chief Innovation Officer del circuito nazione di avvocati associazione A.L. Assistenza Legale. Promotore culturale, giornalista pubblicista, blogger, attivo sulle tematiche ambientali. [ View all posts ]

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