SETTE PAESI EUROPEI CONTRO
IL PIANO VERDE DELL’UE
Il motivo è la preoccupazione che i costi energetici elevati vadano a colpire le famiglie e i clienti finali
Lo storico tentativo dell’Ue di affrontare il cambiamento climatico deve già fronteggiare una forte opposizione da parte di sette paesi, perché credono che Bruxelles costringerà i più poveri a pagare il conto, scrive Financial Times.
Italia, Francia, Spagna, Irlanda, Ungheria, Lituania e Bulgaria si sono pronunciate contro la proposta di 13 misure legislative volte a contribuire a ridurre le emissioni nocive di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.
Al centro della strategia c’è un tentativo di espandere il meccanismo di tariffazione del carbonio dell’Ue, noto come Emissions Trading Scheme, in cui le aziende devono pagare i costi dell’inquinamento. Fin dalla sua istituzione nel 2005, il sistema di indennità è stato limitato ai grandi produttori di energia e alle industrie inquinanti, che richiedono prestiti per coprire il costo delle loro emissioni.
Le controverse politiche includono il divieto di vendita di nuove auto diesel e benzina dal 2035, l’introduzione di una tassa sul cherosene sull’aviazione e una tassa di frontiera sulle importazioni in diversi settori.
Il principale oppositore delle idee proposte è la Francia, la quale sostiene gli obiettivi ambientali del’Ue, ma si è espressa contro il fatto che i clienti finali si trovino di fronte a prezzi nettamente aumentati. La Francia assumerà anche la presidenza del’Ue il prossimo anno. Le riforme avranno bisogno del sostegno di una maggioranza qualificata dei governi dell’Unione Europea e del Parlamento europeo per entrare in vigore.
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