Sulle elezioni l’ombra lugubre del razzismo e del fascismo

La lugubre, duplice ombra del razzismo e del fascismo si allunga sul Paese. E la campagna elettorale, mai così tesa già nei prodromi, all’insegna dello slogan “nessuno è meglio di noi” diffuso tanto a destra quanto a sinistra, ora si fa ancora più aspra all’indomani di quanto accaduto a Macerata, dove un fascista dichiarato ha sparato in vari punti della città ferendo sei persone di colore.  Il tutto mentre su facebook appariva un fotomontaggio con la testa decapitata di Laura Boldrini.

Abbiamo sottolineato subito che nel mediocre panorama politico, invece di assistere a una inequivocabile pesa di posizione da parte di tutti gli esponenti politici, dobbiamo sorbirci le insulsaggini di Matteo Salvini, secondo il quale i mandanti morali sono a sinistra, cui fa eco (sic!) Giorgia Meloni, che scrive in rete “Italia in piena emergenza sicurezza. Oggi una sparatoria, un gesto folle da criminali squilibrati, senza alcuna possibile giustificazione. Così si è ridotta l’Italia in mano alla sinistra”.

No, non è questa la maniera di affrontare una questione – la deriva reazionaria che cova nel nostro Paese da anni – liquidando il tutto con “il gesto di un folle”, commento analogo a quello di Silvio Berlusconi,  per poi indicare il colpevole unico, in uno stile di bassa propaganda, ovvero la sinistra. Sempre Berlusconi afferma che in Italia sono 600mila i migranti non in regola, un’autentica “bomba sociale”: da dove vengono questi dati? E sono al saldo di coloro che hanno lasciato l’Italia? Non è dato di sapere. Che ci sia necessità di un intervento radicale di controllo sugli immigrati l’abbiamo già scritto e ribadito anche sull’editoriale scorso (“Alle elezioni con molte promesse. Su come realizzarle il buio totale”) ove si sottolineava anche la scarsa cifra politica dei vari contendenti per un posto in Parlamento.

Certo, prima di tutto ci si aspettava una presa di posizione unitaria, coesa, da parte dei politici – per lo più politicanti – di fronte a un gravissimo episodio esaltato da Forza nuova e dai suoi accoliti: offerta l’assistenza legale per il delinquente di Macerata oltre a sproloqui ancora sulla rete ove in diversi parlano di “cottura lenta” in un forno per “questi personaggi” – gli immigrati, ovviamente – mentre “il 90% degli italiani è stato lobotomizzato da questo lavaggio del cervello mondialista e buonista” e c’è chi invoca “pulizia etnica”. Domanda: ma la polizia postale non può e deve intervenire laddove si palesano reati non di opinione, ma di istigazione alla criminalità? Possibile che sui cosiddetti social network possa apparire questo pattume razzista senza che si intervenga?

Invece della presa di posizione coesa assistiamo a un’esaltazione dell’odio, già, chiamiamo le cose con il loro nome. Antonio Polito, sul Corriere della Sera di domenica 4 febbraio – Ora niente sia più come prima -, scrive: “Abbiamo innanzitutto la colpa di aver accettato senza preoccuparcene troppo lo sdoganamento del discorso di odio come forma abituale di polemica culturale e politica”. Discorso di odio che ha avuto un riverbero, però, anche sui media: ci siamo già dimenticati certi titoli su come eliminare Renzi? Oppure le ampie e articolate descrizioni delle “malefatte” del centro sinistra, piene di contumelie, di analisi disarticolate e inattendibili, di attacchi sistematici all’avversario politico visto sempre di più come il nemico da combattere? E sia ben chiaro che non intendiamo qui fare un’apologia del centro sinistra o promuovere Matteo Renzi come leader inoppugnabile, ci mancherebbe, ma la dialettica politica deve svolgersi all’interno di un confronto ove la democrazia e il rispetto personale devono prevalere.

Odio e rispetto personale. Due connotazioni agli antipodi, l’una rispetto all’altra, ove il primo è prevalso di gran lunga tracimando in un habitat sociale logorato da una lunga stagione di difficoltà economiche, dalla distanza della classe politica dalla quotidianità, e certamente anche da episodi che hanno visto come protagonisti immigrati giunti da noi al solo scopo di delinquere. Ma attenzione alle generalizzazioni, al capro espiatorio di comodo, alla “soluzione finale” per andare tutti a dormire tranquilli. Da Siena quattro migranti si sono trasferiti a Norcia per assistere le persone che devono affrontare ancora disagi in un inverno ancora molto rigido e particolarmente disagevole per chi è stato colpito dal sisma. Un esempio fra molti di cui, per latro, si parla poco. Il centro Oxfam della città toscana ha promosso l’iniziativa e il sodalizio è uno dei punti di accoglienza presenti in Italia attivo proprio per ricevere i migranti e promuoverne l’integrazione: anche per loro sentiremo invocare l’apartheid o anche peggio?

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