Carlo Fontana

CARLO FONTANA E LA STORIA DI LUGANODANTE

Nato nel 1985 come il primo albergo 4 stelle in pieno centro di Lugano e legato agli uomini d‘affari, con il suo nuovo look da 2020 l’hotel è diventato un posto trend e accogliente, aperto alla città che sodisfa i gusti di tante fasce d’età

Figlio d’arte, come si vuol dire quando uno dei genitori proviene dal settore in cui ci si avvia a operare, già a 23 anni Carlo Fontana comincia a lavorare nell’albergo nato nel 1985 a Lugano da un progetto approvato da suo padre e dagli azionisti che rappresenta: Hotel Lugano Dante. Cresciuto qui, il giovane imprenditore respira la vita della struttura: oggi è lui che ispira i cambiamenti innovativi che seguono le nuove esigenze della società.

Come è cambiato l’albergo negli anni?

Inizialmente il mercato di Lugano non era molto forte dal punto di vista business, però è iniziato a crescere con l’arrivo dell’aeroporto. Man mano il Lugano Dante è diventato il punto di riferimento della città di Lugano per chi arriva, in quella città per affari. Era ed è l’unico tuttora hotel 4 stelle in pieno centro. Era anche il primo 4 stelle senza un ristorante, una cosa abbastanza strana. Il Lugano Dante ha iniziato ad avere un buon successo dal lunedì al venerdì mattina ma chiaramente non nei fine settimana. È andato avanti così per circa 8-9 anni fino al 1996 quando è stato fatto un secondo step, un ingrandimento con il quale il DNA della struttura è cambiato, si è evoluta diventando più ampia, con uno stile più internazionale e con una clientela che non era composta solo da uomini e donne d’affari ma anche da famiglie e piccoli gruppi. L’ultimo grande cambiamento è stato nel 2020 durante la pandemia Covid, quando l’albergo è stato chiuso per sei mesi ed è stato completamente ristrutturato. Inizialmente era un albergo stile inglese, molto classico. Adesso è una Open House in centro con bar e ristorante. Il concept è stato studiato in collaborazione con la società Teamwork di Rimini, a seguito di analisi molto approfondite dei trends internazionali di mercato. L’interior design è stato realizzato da Rizoma Architetture di Bologna, mentre il percorso di rebranding è stato effettuato da SED + di Oristano.

La hall di Lugano Dante, Carlo Fontana, i colori accoglienti della struttura
LUGANODANTE, la hall. A destra Carlo Fontana e Sabrina Dandrea (Resident Manager).

Quali sono le caratteristiche principali del nuovo concetto?

Abbiamo puntato moltissimo sulla parte del bar. E abbiamo un concetto che in questo momento è il primo in Svizzera (siamo in tre in tutta l’Europa), che è la mixologia. Abbiamo una macchina che si chiama Rotavapor e viene dal settore della chimica industriale, serve per produrre in casa tutto quanto noi serviamo: tutti i distillati, tutti i drinks, tutte le bottiglie. Infatti, tutto è 98 percento Swiss, in quanto il 2 percento sono le spezie, che dobbiamo comprare dall’estero, ma tutto il resto è alcool svizzero, erbe svizzere. I nostri cocktail non sono classici, sono tutti interpretati dal nostro mixologista con un laboratorio che produce 5 giorni su 7 anche succhi di frutta. Abbiamo un piccolo orto sul tetto, da dove prendiamo le nostre erbe che serviamo nei drink e su alcuni piatti. Negli interni abbiamo utilizzato moltissimo verde vero, poi abbiamo posto una grande attenzione per il mix di colori, i colori del lago nelle 4 stagioni. Il risultato finale è una atmosfera gradevole, con un impatto positivo per pubblico, con i luganesi che cerchiamo di portare al nostro interno un po’ come accade nelle grandi città internazionali come New York, Londra e Parigi dove è normale che le persone vadano a bere e mangiare, a prendere aperitivo o lavorare all’interno di una struttura alberghiera. A essere onesti, non è facilissimo, perché c’è una barriera in Svizzera riguardo al fatto di andare a mangiare in un albergo. È una barriera psicologica che pian piano nel tempo comincia a sparire. Invitiamo la città a provare il nostro bar e il locale Flamel che con la filosofia di mangiare Philosopheat sta cercando di introdurre un concetto di materie prime di altissimo livello, in gran parte dal territorio, con i sapori molto genuini e con l’attenzione alla tradizione. Ci definiamo un bistrot all’italiana. Il nome Flamel è il nome di un chimico francese nato nel 1330, che è il chimico che dicono avesse scoperto la pietra filosofale, quella che trasforma tutto in oro.

LUGANODANE, bistrot FLAMEL Philosopheat

Quali sono le novità dal punto di vista tecnologia?

Da un punto di vista tecnologico la struttura è stata sempre molto all’avanguardia. Oggi tutte le luci cambiano di intensità secondo gli imput della luce esterna. Nella sala di riunioni Creative box abbiamo un sole digitale, il primo Digital Sun in Europa: una lampada che riproduce la luce del sole secondo il ritmo circadiano e poi la sera diventa la luna. Dà il calore di una luce naturale e sembra di essere all’esterno. Nel 2009 abbiamo ideato un software per gli alberghi e siamo stati il primo albergo in Svizzera ma forse anche in Europa, a dare alle donne Housekeeping un tablet connesso in tempo reale con tutto l’albergo. Abbiamo avuto anche riconoscimenti e siamo stati premiati per l’innovazione nel servizio. Tutto questo ha dato vita a una nuova società, una startup, che è nata nel 2014. Si chiama Hoxell. Attualmente il software è utilizzato da centinaia di alberghi.

Come è cambiato il mercato?

Abbiamo aperto nel luglio del 2020, il mercato era cambiato completamente. Adesso nel 2022 sta tornando come era qualche anno fa, 40-45 percento svizzeri, e il resto… il resto del mondo. Mentre fino all’anno scorso avevamo l’85% di clientela svizzera dovuto al fatto che la gente non viaggiava… In Italia circa 85-90 percento sono alberghi a gestione individuale, in Svizzera la situazione è simile. Altre nazioni come la Francia hanno più catene alberghiere, quindi con fondi, investitori, ecc. È interessante che oggi gli ospiti comincino a tornare a ricercare le boutique hotel, l’albergo che magari non fa parte di una catena, ma ha i servizi e la qualità che trovi in una catena con un rapporto più personalizzato. Ma nello stesso tempo il mercato sta cambiando e un albergo individuale non può farcela e deve far parte di una catena o di catene di rappresentanza che aiutino l’albergatore a seguire gli andamenti del mercato. Noi facciamo parte del gruppo Swiss Quality Hotel International  da quasi 30 anni. Se la pandemia sarà fermata, la gente ha voglia di viaggiare e viaggerà sempre di più. Molto probabilmente aumenteranno le catene anche con un brand molto segmentato: brand per i giovani, di life style, family hotel, sport hotel, si stanno aprendo anche gli eco hotel. Gli alberghi individuali possono affiliarsi a questi brand.

www.luganodante.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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