Emina Miriam Gegic

EMINA GEGIC: SCRIVERE
PER DARE VOCE ALLE EMOZIONI

Dall’adolescenza a Sarajevo al ruolo di editor a Milano, la scrittrice e docente racconta il suo percorso tra poesia, teatro e insegnamento innovativo

Emina Gegic è una scrittrice, sceneggiatrice e docente con una missione ben precisa: raccontare storie che lasciano il segno e guidare gli altri nella scoperta della loro voce creativa. Laureata in Drammaturgia a Sarajevo, ha collaborato a progetti cinematografici, teatrali e televisivi, firmando opere di rilievo come il saggio bilingue Dida – Didascalia nel testo drammatico e il romanzo Nero Sensibile. Il suo metodo didattico unisce scrittura creativa e benessere psicoemotivo, arricchendo l’insegnamento in istituzioni prestigiose. Direttrice Artistica dell’Associazione Art River, continua a esplorare il potere delle storie per ispirare e trasformare.

Emina, quando hai capito che la scrittura sarebbe stata la tua strada?

Fin da bambina, la mia testa era piena di storie che volevano prendere vita sulla carta. Imparai l’alfabeto in un lampo, spinta da un desiderio incontenibile di trasformare in parole le emozioni che mi affollavano la mente. Da quel momento, la scrittura divenne il mio spazio di libertà, un universo in cui potevo creare senza limiti. Prima furono le poesie, poi i racconti. Alle superiori scrissi e misi in scena il mio primo testo teatrale, un’esperienza che mi fece capire che le mie parole potevano arrivare agli altri. All’accademia, invece, mi immersi nella scrittura per il cinema, la televisione e la radio, scoprendo nuove dimensioni narrative. Ogni volta che scrivo, sento di essere esattamente dove dovrei essere: nella mia storia, nel mio mondo, nel mio elemento.

Sei stata una delle poche donne registe nel mondo dei Pupi Siciliani. Com’è stato infrangere questa tradizione?

Nel mondo dell’Opera dei Pupi siciliani, storicamente dominato dagli uomini, le donne registe sono rare. Tradizionalmente, le famiglie di pupari tramandavano l’arte di generazione in generazione, spesso escludendo le donne dai ruoli principali di regia e manipolazione dei pupi. Fu il puparo Onofrio Sanicola a volermi come regista: fu lui a decidere di dare un’ulteriore impronta femminile nel teatro delle marionette siciliane a Milano. Un’esperienza straordinaria. Avevo 26 anni e accolsi la sfida con grande determinazione. Ero abituata ai teatri nazionali, ma cimentarmi con il teatro popolare fu incredibilmente stimolante. Inoltre, infrangere gli schemi di un mondo prettamente maschile fu una sfida in più, che affrontai fianco a fianco con Sanicola, consapevole dell’importanza di quel passo. Per me, rappresentò anche un contributo all’emancipazione femminile nel mondo dell’arte e della cultura, un segnale forte che il talento non ha genere e che la creatività merita spazio senza barriere.

La scrittura ti ha aiutata nei momenti difficili?

Scoprii il potere terapeutico della narrazione durante la guerra nel mio Paese d’origine, la Bosnia ed Erzegovina. In un periodo in cui la morte era una presenza quotidiana, il cibo e l’acqua scarseggiavano, i feriti erano tanti e i medicinali pochi, io trovai nutrimento e cura nelle parole. Avevo solo sedici anni e, in quel contesto devastante, raccontare divenne la mia ancora di salvezza. Solo qualche anno dopo lessi studi che confermavano ciò che avevo già sperimentato sulla mia pelle: scrivere ha un potere curativo immenso. Per me, fu un rifugio, una necessità, una forma di resistenza. In quel periodo, insieme ai mie compagni di liceo, ho combattuto l’odio dell’aggressore tramite arte e cultura.

Qual è il segreto per scrivere di business in modo autentico e coinvolgente tramite la scrittura creativa?

Parlare di business non significa solo trasmettere informazioni, ma creare una connessione con chi usufruisce del messaggio. Il segreto è unire la chiarezza e la concretezza dei contenuti con la forza narrativa della scrittura creativa. Una storia ben raccontata, un aneddoto personale o una metafora efficace possono trasformare concetti complessi in esperienze memorabili. Inoltre, essere autentici è fondamentale: chi legge o ascolta percepisce la sincerità e si lascia coinvolgere più facilmente da un messaggio che ha un’anima.

Esistono due segreti fondamentali: il primo è conoscere sé stessi attraverso la scrittura, per chiarire valori e obiettivi. Il secondo è conoscere l’altro attraverso l’empatia, comprendendo bisogni ed emozioni per creare contenuti che risuonano davvero. Aggiungerei inoltre un altro aspetto cruciale: la scrittura persuasiva. Essa non serve solo a convincere, ma a guidare chi legge o ascolta attraverso un percorso emotivo e logico. Tecniche come la ripetizione strategica, le domande retoriche e l’uso di testimonianze rendono il messaggio più incisivo e memorabile, trasformando la narrazione in uno strumento di influenza e ispirazione.

Puoi raccontarci di più sui corsi di scrittura che stai tenendo per gli imprenditori?

I corsi che tengo sono un alchemico mix di scrittura creativa, espressiva e terapeutica. È una formula vincente che aiuta chiunque a raggiungere il proprio obiettivo, qualunque esso sia. Per gli imprenditori, questi traguardi possono variare: migliorare la comunicazione aziendale, rafforzare il personal branding, affinare la capacità di storytelling per rendere più efficaci le presentazioni, superare i blocchi emotivi che ostacolano la creatività o semplicemente acquisire una maggiore consapevolezza della propria voce narrativa. La parola scritta diventa così uno strumento di crescita personale e professionale, capace di trasformare idee e intuizioni in messaggi chiari e impattanti.

Stai lavorando a qualcosa di nuovo? Possiamo avere un’anticipazione?

Sì, sto creando contenuti multimediali gratuiti per tutti coloro che vogliono cimentarsi nella scrittura per i diversi media. In questo viaggio, sotto il marchio di Pen And Plot, mi accompagna il mio collega Fabio Ricci. E poi, ovviamente, continuo a scrivere. Sai, Conrad disse: “Come posso spiegare a mia moglie che quando guardo fuori dalla finestra, sto lavorando?”. Gli scrittori sono come dei birdwatcher: non osservano solo gli uccelli, ma la società e i suoi cambiamenti. Ultimamente mi sono resa conto che viviamo nell’era dei single, dell’indisponibilità emotiva, della difficoltà di vivere serenamente in coppia. Dopo il mio ultimo romanzo, Nero Sensibile, ho sentito la necessità di scriverne uno nuovo che affronti proprio questi temi.

Parallelamente, sto lavorando come editor e insegnante di scrittura narrativa e sceneggiatura cinematografica. Affiancare gli altri nel loro percorso creativo è una sfida stimolante che mi permette di esplorare sempre nuove prospettive e approcci alla narrazione.

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