AL CASTELLO – In mostra gioielli medioevali

LONGOBARDI: UNA STORIA NELLA STORIA IN UNA MOSTRA DA VIVERE E RICORDARE

Al Castello Visconteo di Pavia una mostra dedicata ai Longobardi. Più di 300 opere provenienti da 80 musei

Al Castello Visconteo di Pavia, degna sede per l’occasione, è in corso una mostra sui Longobardi (www.mostralongobardi.it) che durerà fino al 3 dicembre 2017. Un evento culturale che proseguirà a Napoli presso il Museo Archeologico Nazionale dal 21 dicembre 2017 al 25 marzo 2018 e infine a San Pietroburgo presso il Museo Statale Ermitage da aprile a giugno 2018.

Una mostra da soddisfare curiosità e aspettative grazie anche a 15 anni di nuove indagini archeologiche e scoperte inedite che hanno coinvolto più di 50 studiosi e che hanno prodotto ulteriori nuovi e importanti contributi.

Una mostra che raccoglie più di 300 opere provenienti da più di 80 musei ed enti prestatori italiani e stranieri (l’elenco degli enti prestatori è notevole). La mostra è arricchita da approfondimenti multimediali: ologrammi, video e touch-screen a creare atmosfere e suggestioni accattivanti.

Il Percorso espositivo nel Castello parte dalle Scuderie (piano -1) dove sono state allestite otto sezioni tematiche nelle quali sono presenti reperti quasi totalmente inediti sulle necropoli, sulle città, sui castelli, sulle campagne, sulla scrittura, sui principati di Benevento, di Salerno e di Capua, sui monasteri di Montecassino, di S. Vincenzo al Volturno e di S. Sofia di Benevento. Si procede poi raggiungendo la Sala del Rivellino (piano 0) dove vengono proposti contenuti multimediali con video mapping e touch-screen alla scoperta di Pavia longobarda ed infine si conclude raggiungendo la Sala Longobarda – Musei Civici (piano 0) sezione dedicata agli argenti paleocristiani, alle oreficerie tardoromane e ai reperti longobardi.

Tra i reperti presenti: l’Edictum Rothari (codice membranaceo, Cod. Sang. 730, San Gallen, Stiftsbibliothek), un orecchino aureo con decorazione a cloisonné e pendente cruciforme e un anello in oro con castone a tamburo (Napoli, Museo Archeologico Nazionale), una fibbia in argento dorato, niellato e con almandini e vetri (Pavia, Musei Civici), un corredo con guarnizioni di cintura in ferro ageminato con decoro a stuoia di tipo merovingio (Aosta, Soprintendente per i beni e le attività culturali Regione autonoma Valle d’Aosta).

L’elenco potrebbe proseguire, ma vale la pena dedicare una giornata speciale a questa manifestazione unica, suggestiva e altamente formativa, nel cuore della Lombardia, in una città a dimensione umana nella quale, passeggiando tra le vie del centro, dopo la visita della mostra, il visitatore è invitato a sognare scene d’altri tempi, quelli di un’antica Pavia longobarda che rivive lasciandosi accompagnare dall’immaginazione.

Una trasformazione storica e politica

La storia dei Longobardi ha lasciato un indelebile segno sul territorio italiano. Un segno caratterizzato da elementi vari che ritroviamo lungo tutta la penisola in numerose località. L’Impero Romano è ormai tramontato, la commistione dei regni romano-barbarici crea una nuova situazione in tutta Europa e anche l’Italia viene coinvolta in questa inevitabile trasformazione storica, politica e sociale insieme. La speranza e il tentativo da parte dei Bizantini di ricostituire l’antico impero sfuma appena questo popolo raggiunge la penisola italiana e si espande progressivamente. Popolo guerriero, associato in unità militari, denominate fare, tenute insieme da vincoli famigliari.

Si succedono, durante la loro dominazione in Italia, numerosi re: Alboino, Autari, Agilulfo, Rotari, solo per ricordarne alcuni. Nomi che hanno fatto la storia di un periodo particolare della futura Italia. I re rimarranno sempre il fulcro del sistema longobardo. Il loro particolare potere verrà definitivamente affermato con l’Editto di Rotari (643): una compilazione legislativa scritta, in latino, espressione della sovranità regia. Oltre alle consuetudini e alle regole tradizionali, vengono raccolte anche le decisioni sovrane. La legge tende a diventare la manifestazione della superiore autorità del sovrano. Diverrà l’interprete esclusivo della volontà divina.
Paolo Diacono (Cividale del Friuli, 720 – Montecassino, 799), storico, poeta e scrittore del tempo, ha raccontato le vicende di questo popolo. La sua Historia Langobardorum dalle origini al suo apice: la morte del re Liutprando nel 744. La storia di questo popolo è racchiusa nei sei libri in cui è suddivisa la sua opera e scandita seguendo la successione dei re.

Nel corso dei secoli, i Longobardi, dai connotati tipicamente militari, si integrarono gradualmente con il tessuto sociale italiano e si convertirono al cattolicesimo (fine VII secolo). Grazie anche ai rapporti con le altre realtà sociali e politiche della penisola, in particolare bizantine e romane, fu inevitabile la fusione tra l’elemento germanico longobardo e quello romanico dando avvio alla storia italiana dei secoli successivi.

Pavia diventa la capitale di questo popolo. Innumerevoli i segni lasciati dai Longobardi, tra le fonti iconografiche della città sappiamo dell’esistenza di immagini dipinte o scolpite, appartenute a edifici, in particolare chiese, delle quali si conservano solo dei frammenti; numerose anche le fonti epigrafiche: iscrizioni incise su pietra allo scopo di ricordare re, regine, principi, principesse, nobili, vescovi o altri importanti personaggi.

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