TELEMARKETING AGGRESSIVO INTERVENGONO GARANTE E AGCOM
È operativo il Dpr del 27 gennaio 2022 (n° 26), ovvero il regolamento “recante disposizioni in materia di istituzione e funzionamento del registro pubblico dei contraenti”. Ma l’associazione consumatori è molto critica
In giorni e orari i più disparati sarà capitato a centinaia di migliaia di persone, e anche di aziende, soprattutto le più piccole, di ricevere una telefonata da un call center. Talvolta c’è un operatore che si qualifica con nome e cognome e dice di essere un rappresentante di una società (telefonia mobile, gestore per l’energia e via dicendo). Spesso annunciano che il contratto che abbiamo con la tal società è in scadenza e deve essere rinnovato. E insistono, pur sapendo di affermare il falso: si tratta del marketing aggressivo, ma le cose stanno cambiando. Sul sito del Garante per la protezione dei dati personali c’è l’annuncio ufficiale: “E’ divenuto operativo il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 gennaio 2022, n. 26 – Regolamento recante disposizioni in materia di istituzione e funzionamento del registro pubblico dei contraenti che si oppongono all’utilizzo dei propri dati personali e del proprio numero telefonico per vendite o promozioni commerciali, ai sensi dell’articolo 1, comma 15, della legge 11 gennaio 2018, n. 5”.
L’ampia nota del Garante sottolinea che “Il Registro pubblico delle opposizioni (RPO), originariamente riservato alle sole utenze presenti negli elenchi telefonici pubblici, è stato esteso a tutti i numeri nazionali riservati, inclusi i cellulari. Ora è possibile iscrivere al servizio tutti i numeri per cui non si intende ricevere proposte di telemarketing”.
Per iscriversi al Registro e per tutte le informazioni: www.registrodelleopposizioni.it
“Il Registro pubblico delle opposizioni – informa sempre il Garante per la protezione dei dati personali – è un servizio istituzionale completamente gratuito per il cittadino, di cui è titolare il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che ne ha affidato la realizzazione, gestione e manutenzione alla Fondazione Ugo Bordoni (FUB).
L’iscrizione al RPO impedisce da parte degli operatori il trattamento dei dati personali degli utenti per fini di invio di materiale pubblicitario, vendita diretta, comunicazione commerciale o per il compimento di ricerche di mercato.
L’iscrizione al RPO annulla i consensi al telemarketing e alla cessione a terzi di dati personali eventualmente rilasciati in precedenza per finalità promozionali, come ad esempio in occasione di: campagne promozionali, attivazione di tessere per la raccolta punti (fidelity card), adesione a scontistica e ad altri strumenti di fidelizzazione della clientela, ecc..
La revoca dei consensi ha efficacia sia sulle chiamate effettuate con operatore umano sia su quelle automatizzate (dette “robocall”).
Dopo l’iscrizione al RPO è possibile ricevere solo chiamate autorizzate nell’ambito di contratti attivi o cessati da non più di 30 giorni (per esempio del settore telefonico ed energetico) e quelle per cui l’interessato abbia rilasciato un apposito consenso successivamente alla data di iscrizione al RPO”
Ma accade purtroppo, come segnalato da molte persone, che anche con l’iscrizione al RPO si continuino a ricevere telefonate promozionali. Cosa fare in questo caso? Il Garante risponde così: “È possibile rivolgersi direttamente al titolare del trattamento (riconducibile, nella maggior parte dei casi, all’operatore economico nel cui interesse è stato effettuato il contatto promozionale) ovvero, ove noto, al responsabile del trattamento il call center/il partner commerciale/l’agente/il fornitore di servizi, ecc.), ai recapiti generalmente indicati nei relativi siti internet, al fine di verificare se sia stato acquisito un eventuale consenso al marketing e di opporsi all’ulteriore ricezione di telefonate indesiderate per finalità promozionali”.
Al Decreto sopra citato, ampiamente descritto nella nota del Garante per la protezione dei dati personali, si è aggiungo anche il Codice di condotta varato dall’Agcom, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
Tutto a posto, quindi, per bloccare il telemarketing aggressivo? No, secondo l’Associazione nazionale dei consumatori. “I codici di condotta sono superflui per i call center che già rispettano le regole, mentre non servono a niente per chi le viola sistematicamente, fa telefonate moleste e aggressive e cerca di stipulare servizi non richiesti contando sull’impunità”, ha detto Massimiliano Dona, presidente dell’Unione, come riporta Wired del 19 marzo scorso.
Il nuovo codice, secondo il presidente, sarebbe “un’inutile foglia di fico. Non è il primo codice, già in passato ne sono stati approvati altri, ma si sono sempre dimostrati irrilevanti. Urge una modifica della legge che preveda indennizzi automatici per i consumatori tormentati al telefono, nonostante siano iscritti al Registro delle opposizioni, che tale pratica sia considerata scorretta e sanzionabile dall’Antitrust, così da raddoppiare controlli e sanzioni”.
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