Alberto Ficarola

ALBERTO FICAROLA E LA PASSIONE DI PRODURRE BIRRA ARTIGIANALE

Incontriamo l’imprenditore a Sofia all’evento “Un amore tra pizza e birra”. Organizzato dall’Accademia Italiana della cucina, per presentare il valore di questo tipo di produzione

Gli ultimi 20 anni sono stati gli anni più entusiasmanti della storia “brassicola” italiana: sul mercato sono apparsi circa 800 birrifici artigianali indipendenti. Uno di questi è il Birrificio Birra Losa di Alberto Ficarola a Borgo San Michele, in provincia di Latina. Il birrificio nasce nel 2013 per passione grazie alla sua esperienza di 15 anni come sommelier nel mondo del vino e dopo anni di esperimenti casalinghi. Nel 2018 il birrificio diventa azienda agricola: l’azienda inizia a coltivare l’orzo nel proprio terreno per produrre il malto per circa l’85% del suo fabbisogno. Losa è l’acronimo dei quattro ingredienti fondamentali della birra: L (luppolo), O (orzo), S (saccharomyces, lievito), A (acqua). Birra Losa presenta 6 tipi diversi di birra con gusti e nomi molto originali e anche uno speciale per Natale. Si può degustare anche nell’osteria agricola aziendale, Losteria, e si porta in tutta l’Italia in una maniera molto simpatica con l’impiego di tre Apette, una di quali la vecchia Ape del nonno di Alberto. Lapelosa monta un impianto con spina a tre vie e partecipa a manifestazioni, eventi, fiere e serate.

In che modo la birra artigianale è diversa da quella industriale?

Innanzi tutto la birra artigianale si differenzia dalla birra industriale perché non viene pastorizzata e filtrata. In Italia c’è una legge del 2016 che divide questi due mondi. Quindi, come per le altre tipologie di prodotti, c’è differenza tra la produzione artigianale e quella industriale. La prima distinzione è quella delle materie prime, che hanno una qualità e un prezzo diverso.

Perché nasce questo mondo della birra artigianale in Italia?

Io vengo dal mondo del vino, dove molto prima è stata abbandonata la produzione di vino di scarsa qualità e sono nati piccole cantine di vino che oggi fanno dei vini eccellenti. Secondo me quello che è successo nel mondo della birra artigianale in Italia è lo stesso percorso, cioè, visto che si può fare birra di qualità attraverso piccoli produttori è esploso un nuovo mondo di produzione artigianale come la nostra. Ma anche il cliente nei giorni nostri è molto più preparato ad accettarla e apprezzarla. La differenza tra la produzione di vino, che è molto legata al territorio e l’enologo porta nella bottiglia tutto il buono che porta quel territorio, il birraio è un po’ più un alchimista, un mago: si possono fare con i quattro ingredienti fondamentali 200 tipi di birra.

Questa crescita non è passata inosservata ai grandi marchi industriali e alle multinazionali della birra, vero?

Assolutamente sì. Anche se noi non rappresentiamo nemmeno il 10% del fatturato della birra in Italia, l’industria sta cercando di cavalcare un po’ questa onda, creando prodotti simili agli artigianali ma che non lo sono. Sicuramente hanno un potere economico diverso dal nostro per promuovere i propri prodotti. Noi abbiamo però due strutture a livello italiano più organizzati che stanno cercando di tutelare questo settore in crescita molto rapida: L’Unione Degustatori Birre e Unionbirrai. Poichè le ricerche di mercato dimostrano che i consumatori amano saper riconoscere un vero birrificio artigianale indipendente, Unionbirrai ha lanciato il marchio “Una garanzia Unionbirrai”, un logo che apparirà sulle etichette e sulla comunicazione dei veri birrifici artigianali indipendenti.

Come è nato il suo birrificio?

Occupandomi di commercio di vino ero incuriosito dalle birre che importava l’azienda per cui lavoravo. Per gioco ho iniziato a fare birra a casa. Dopo tanti esperimenti ho visto che si può fare, ho fatto il mio business plan e abbiamo creato il birrificio. Io ho lasciato il così detto “posto fisso” per creare un’azienda mia che oggi ha 9 anni di vita. Mi ha aiutato anche il fatto che conoscevo già il mercato: bar, ristoranti, enoteche, pizzerie.

Secondo lei come sarà il futuro dei birrifici artigianali?

Il settore si sta evolvendo molto velocemente e l’unico modo che abbiamo e fare gruppo, lavorare insieme, collegarsi. L‘unione fa la forza.

Che consiglio darà a chi apre un birrificio adesso?

Bisogna essere coraggiosi, audaci e avere una bella dose di follia.

Dove va adesso l’Ape di suo nonno?

L’Ape la portiamo in tutta Italia. In realtà, adesso sono diventate tre. Adesso c’è una grande fiera a Rimini, settimana prossima la porteremo in Puglia, dove faremo serate in occasione dell’Octoberfest. Anche se è una tradizione tedesca, è un modo di festeggiare la birra, che crea molta attività all’interno dei locali. Mi piacerebbe portarla anche in Bulgaria, perché no?

 

www.birralosa.it

 

 

 

 

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