LA FISICA, COSÌ DIVERSIFICATA INTERAGISCE CON ALTRE SCIENZE

di Matteo Serra*

La ricerca in fisica (ma il discorso si potrebbe facilmente estendere a quasi tutte le altre discipline scientifiche) è diventata una faccenda estremamente composita, variegata, iperspecializzata, dove non solo è ormai impossibile trovare un fisico “tuttologo”, ma dove ogni macrosettore di ricerca include al suo interno una miriade di “isole” tra loro ben distinte, ciascuna con una propria scienza a sé stante. Al tempo stesso, però, l’iperspecializzazione ha prodotto anche il risultato di aumentare sensibilmente le collaborazioni tra fisici appartenenti a campi di ricerca diversi.

Se prima, quindi, era più facile che il talento di una singola persona, o di pochi, facesse da collante tra settori diversi, ora è piuttosto il contrario: per raggiungere risultati ambiziosi e allestire grandi esperimenti (basti pensare a settori come la fisica delle particelle e l’astrofisica) oggi è necessario mettere insieme tante competenze diverse, unite verso un obiettivo comune. E queste competenze, in moltissimi casi, non appartengono più solo a fisici, ma anche a scienziati che si occupano di altre discipline, all’interno di collaborazioni multidisciplinari che fino a qualche anno fa sarebbero state quasi impensabili, e che oggi sono alla base di settori di ricerca fondamentali come la biofisica, la fisica dei sistemi complessi, la fisica dell’atmosfera, la fisica medica.

Campi di ricerca che denotano una penetrazione sempre più profonda della fisica all’interno della società: i fisici non sono più (solo) quegli scienziati che ogni tanto tirano fuori dal cilindro scoperte straordinarie di tipo fondamentale – come una nuova particella elementare, una teoria rivoluzionaria o l’osservazione di nuovi oggetti cosmici –, ma sono portatori di competenze e abilità che possono essere utilissime anche per applicazioni fortemente vicine alle esigenze pratiche e quotidiane della società e delle persone comuni. Senza mai dimenticare (e si potrebbero fare decine di esempi al riguardo) che anche la ricerca di tipo fondamentale ha spesso ricadute a lungo termine difficilmente prevedibili nell’immediato.

E poi c’è la tecnologia: sono ormai lontani i tempi in cui Fermi e i suoi “ragazzi di via Panisperna” realizzavano scoperte straordinarie in un piccolo laboratorio, armati più del loro ingegno e talento che di strumenti all’avanguardia. Il progresso tecnologico, unito alla sempre più crescente potenza di calcolo dei supercomputer, mette oggi a disposizione dei fisici strumenti dalle potenzialità incredibili: una crescita che appare destinata a proseguire senza sosta (e sempre più rapidamente) anche in futuro.

 

  • Brano tratto dal libro “Dove va la fisica”, pubblicato da Codice Edizioni, casa editrice di Torino, anno 2022 (pagg. 4 e 5)

 

 

 

 

 

Matteo Serra, laureato in fisica, esperto in comunicazione scientifica, si occupa di ricerca e promuove eventi culturali e didattici per la promozione della cultura epistemologica in Italia. Responsabile del progetto Cisa di Trento (Cittadini per la Scienza), è animatore dal 2019 del Trento Smart City Week.

 

 

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