Maurizio Magni

L’EDICOLA MAGNI, TESTIMONIANZA COME CAMBIANO TEMPI E LETTORI

Maurizio Magni è presente ogni giorno dal 1977 nel punto vendita fondato dal nonno, nel 1914. “Il futuro? Forse l’accoppiata giornali libri può aiutarci”

Parlare di edicole al giorno d’oggi significa parlare di un punto vendita in fase di rarefazione. Basta dare un’occhiata alle tirature dei giornali, soprattutto i quotidiani, per comprendere come la gente utilizzi sempre più spesso, e talora in maniera non adeguata, internet, anche per i contenuti errati o falsi che vi circolano. Certo, ci sono i giornali on line che sono l’altra faccia anche delle medesime testate, con aggiornamenti costanti sugli avvenimenti. E questo va a scapito della carta stampata, già “vecchia” anche solo dopo qualche ora. Ma ciò che conserva il giornale cartaceo è l’approfondimento, l’inchiesta, il commento ma … che fatica leggere!

In Largo Augusto rimane la più antica edicola di Milano, dal 1914, ormai un monumento alla distribuzione dell’informazione. E ciò che la caratterizza è il fatto che da tre generazioni è condotta dalla famiglia Magni.

Oggi è Maurizio Magni il titolare. L’edicola si è notevolmente ampliata anche per diversificare i prodotti: giocattoli soprattutto, e altro, a fianco dei giornali, anche esteri.

Signor Magni, da quanti anni svolge questa attività, ormai tradizione di famiglia?

Io ho cominciato nel ’77, proseguendo l’attività di mio nonno e poi di mio padre. La situazione allora era ben diversa. Abbiamo vissuto tutte le storie che hanno coinvolto l’editoria italiana e non solo. ‘Mani pulite’, per esempio, una vicenda che abbiamo visto con i nostri occhi, data la prossimità del Tribunale.

Come stanno andando le vendite? Si vedono molte edicole chiuse…

Stiamo resistendo. Sì, l’avvento di internet è stato un brutto colpo e la chiusura di molte edicole ne è la riprova. Per di più aumentano le spese e diminuiscono gli incassi. Lei pensi che in oltre 10 anni abbiamo perso il 50% del fatturato, senza alcun contributo dallo stato. Eppure svolgiamo un ruolo di servizio ancor oggi di grande importanza.

Nell’aumento delle spese che ruolo svolge il Comune di Milano?

Un ruolo determinante, in negativo: il costo per l’occupazione dello spazio è aumentato del 60% e i prezzi dei giornali sono quelli decisi dall’editore, noi non possiamo intervenire con ritocchi all’insù, come fanno nei pubblici esercizi. Un quotidiano o una rivista ha lo stesso prezzo qui o al Corvetto. Il Comune di Milano dovrebbe tornare ai prezzi prima della crisi, ovvero prima del Covid.

Quanto paga di affitto per lo spazio occupato?

Settecento euro per 23 metri quadrati, cioè, come un monolocale, ma senza i servizi, senza un bagno, senza acqua. Una situazione incredibile, un’amministrazione che non si rende conto che così non si può andare avanti.

La carta stampata dove andrà a finire?

Secondo me rimarrà di nicchia, per quanto riguarda l’approfondimento della notizia. La gente si è abituata a leggere i titoli e le prime dieci righe sul cellulare o sul tablet. Oltretutto, così facendo, si allontanano persone dall’edicola dove possono trovare altre pubblicazioni, dove viene stimolata la curiosità. Inoltre, ci sono molti incompetenti nel nostro settore. Secondo me sopravviverà, negli Usa c’è una leggera ripresa. È una speranza, non una certezza. Gli editori devono pensare a incrementare le vendite promuovendo maggiormente i libri. Può essere un percorso vincente.

 

 

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