A FORLI' - In home page: Giorgio Vasari "Deposizione dalla croce", a sinistra: Daniele da Volterra "Il profeta Elia nel deserto", a destra: Caravaggio "La Madonna dei Pellegrini".

UN SECOLO AFFASCINANTE PER UN’ARTE SENZA ETÀ: UNA MOSTRA DA MICHELANGELO A CARAVAGGIO

“L’eterno e il tempo”, la mostra in corso a Forlì: nascita di un’epoca nuova

Dall’ultimo Rinascimento all’età Barocca, “L’eterno e il tempo” è la mostra che a Forlì si può ammirare fino al 17 giugno 2018 ai Musei di San Domenico, partendo dalla Chiesa conventuale di San Giacomo Apostolo restaurata. Un momento particolarmente significativo per l’occidente europeo. Michelangelo e Caravaggio come estremi di un arco temporale che apre e chiude un periodo che ha lasciato segni indelebili. Una cultura rinascimentale che ha evidenziato un fermento speciale e una nascente cultura che fa capolino e si manifesta con espressioni di elevato valore artistico. L’influenza della Chiesa stimola alla rappresentazione e alla composizione delle immagini con una nuova e diversa interpretazione. Questo fervore favorirà la nascita di nuove scuole e con esse rinnovate interpretazioni artistiche e pittoriche. Lo scopo, realizzato con diverse modalità, è quello di dare vita ad un’arte senza tempo, fuori dal tempo. L’innovazione che si desidera apportare vuole approdare a una nuova interpretazione della religione, dal carattere decisamente più popolare. In questo Caravaggio si fa promotore e portavoce in prima persona. Le innovazioni coinvolgono tutti gli artisti del periodo preso in considerazione. Ognuno a proprio modo svela e interpreta producendo una fitta rete di richiami tra le varie opere degli artisti.

La mostra, maestosa nel suo genere e nel taglio scelto, vuole spiegare e dimostrare lo sforzo che ogni artista, con le proprie personalissime opere, ha contribuito alla nascita di una nuova epoca. Tra gli autori presenti si possono citare: Raffaello, Rosso Fiorentino, Lorenzo Lotto, Pontormo, Sebastiano del Piombo, Correggio, Bronzino, Vasari, Daniele da Volterra, El Greco, i Carracci, Federico Barocci, Veronese, Tiziano, Federico Zuccari, Guido Reni, Domenico Beccafumi, Giuseppe Valeriano e Scipione Pulzone, Rubens e Guido Reni. Ogni artista presente evoca esperienze e interpretazioni tra loro differenti ma unite tutte dalla medesima vocazione artistica.

Una nuova scelta figurativa

Gli artisti, abbandonando gradualmente la pittura della Maniera, erano giunti a concepire una figurazione innovativa dove lentamente si abbandona il tipico virtuosismo della precedente epoca per abbracciare una scelta figurativa dove potesse emergere il desiderio di raffigurare storie, narrazioni e al contempo queste potessero avvicinarsi ad un livello più popolare, pur non sminuendo il grande valore artistico delle rappresentazioni e dei dipinti. Michelangelo mette in scena una figura spoglia, semplificata che non sempre ai suoi tempi raccoglie consensi. Sulla scia del suo esempio, progressivamente si fanno strada altre esperienze, nuovi percorsi, tra loro talvolta anche divergenti. Gli architetti Antonio da Sangallo il Giovane e il Vignola propongono una concezione spaziale diversa dalle precedenti. Nasce il desiderio di raccontare illustrando, scaturisce inoltre la volontà di affermare uno spiccato sentimento di pietà.

Gli studi storici e naturalistici portano a una maggiore aderenza al vero in una rappresentazione semplificata ma ugualmente efficace e d’effetto. A Bologna i pittori Ludovico, Annibale e Agostino Carracci aderiscono a una rappresentazione decisamente terrena, a Roma lavorano Pulzone e Valeriano, mentre al nord, in Lombardia, sarà Caravaggio a offrire nuove linee guida. In queste eterogenee opere si apre il nuovo secolo, ci si avvia alla nascita dell’età moderna. Esperienze uniche, tasselli differenti che andranno a creare ragguardevoli suggestioni che l’epoca successiva ingloberà facendone tesoro e rielaborando tutte le esperienze per il successivo sviluppo artistico che tanti contributi ha prodotto.

La mostra è stata ideata e promossa dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, in collaborazione con il Museo e Real Bosco di Capodimonte e i Musei Vaticani, è stata curata da Antonio Paolucci e Gianfranco Brunelli.

Tutta l’esposizione documenta gli anni che idealmente intercorrono tra il Sacco di Roma (1527) e la morte di Caravaggio (1610), tra l’avvio della Riforma protestante (1517-1520) e il Concilio di Trento (1545-1563), tra il Giudizio universale di Michelangelo (1541) e il Sidereus Nuncius di Galileo (1610).

Nell’ultima sala si può ammirare il “Sacrificio di Isacco” (1600-1601) di Caravaggio, la “Pietà” del Carracci (1604), l’Adorazione dei pastori di Rubens (1608) e la “Madonna di Loreto” (1605), più conosciuta come la Madonna dei Pellegrini, sempre di Caravaggio.

 

L’Eterno e il tempo

TRA MICHELANGELO E CARAVAGGIO

 

10 Febbraio 2018 – 17 Giugno 2018 – Forlì, Musei di San Domenico

www.mostraeternoeiltempo.it

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Commenti

There is 1 comment for this article
  1. Avatar
    Doteasy 11 Aprile 2018 16:36

    Edmundo era un genio del calcio ! Di gran lunga il giocatore più forte che io abbia visto giocare a Firenze. Poi i”ke c”entra, aveva una vena di follia, tipica dei grandi artisti. Caravaggio era un rissaiola da taverna (in un occasione ci scappò pure il morto) ma guardate i”ke ha dipinto.

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