Foto: BritishCounsil®

ENGLISH ONLINE DEL BRITISH COUNCIL

La lingua inglese sempre must have nell’ambito lavorativo, ma non trascuriamo l’italiano

Secondo il British Council – l’ente ufficiale britannico di riferimento in Italia e nel mondo per la formazione linguistica e culturale grazie ai suoi oltre 80 anni di esperienza – il 2021 rappresenterà l’anno del consolidamento delle buone pratiche apprese lo scorso anno – si legge in un comunicato stampa -, con il digitale a porsi da abilitatore nell’accesso agevolato e più immediato alle risorse formative, anche linguistiche, di interesse.

“Per il 2021 prevediamo di assistere a un crescente ricorso a canali e modalità di formazione e auto-formazione per vie digitali. È una realtà che si è dimostrata nuova per molti, seppur necessaria alla luce dell’emergenza verificatasi. Nel nostro caso si è trattato di ampliare l’offerta già esistente del modello English Online del British Council – prosegue la nota – che si rivolge in particolare a un target adulto e per questo orientato a offrire la maggiore flessibilità possibile per andare incontro a ogni specifica esigenza di apprendimento – in tempi e modi compatibili con le loro disponibilità di fruizione e di accesso alle nostre risorse secondo lo stile di vita unico di ognuno” ha dichiarato Ian Frankish, Teaching Centre Manager dell’ente britannico.

La lingua inglese è ancora oggi una lingua franca in ambito lavorativo e resta un must-have a cui anche nel prossimo futuro sarà difficile rinunciare”, aggiunge sempre il comunicato.

Tutto chiaro, tutto lodevole, il British Council conferma il proprio alto livello di diffusione della lingua e della cultura inglese. C’è purtroppo da segnalare la trascuratezza che taluni evidenziano nella conoscenza della lingua madre, l’italiano. Preoccupa il cosiddetto analfabetismo di ritorno, che coinvolge circa il 30% della popolazione, l’8% dei laureati (!), ovvero senz’altro anche manager che non sanno scrivere un messaggio o predisporre una relazione. C’è da chiedersi come costoro possano apprendere in maniera sufficientemente corretta un idioma straniero per poi utilizzarlo, tanto nell’orale quanto nello scritto, senza incorrere in clamorosi strafalcioni. E se permane la negligenza verso l’italiano, ci sarà sempre una distanza con gli interlocutori stranieri dovuta a un tentativo più che incerto di trasferire un pensiero in una lingua straniera. L’inglese, prima di tutto. Mala tempora currunt per le aziende, i professionisti, le associazioni d’impresa ove l’italiano sia trascurato. Qualche corso sulla lingua madre non guasterebbe, anzi sarebbe di grande utilità per i vari soggetti sopra menzionati che potrebbero poi apprendere un’altra lingua con maggior sicurezza.

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