CRESCONO GLI INTERSCAMBI COMMERCIALI IN AMBITO UE

L’istituto ICE/Sofia ha realizzato questa analisi congiunturale sulla situazione economico-sociale della Bulgaria in esclusiva per Il Velo di Maya MAGAZINE. Questa è la prima parte dello studio, che ci auguriamo risulti di particolare interesse per imprenditori e professionisti. Da parte nostra, un sincero grazie alle dottoresse Chiara Petrò e Lora Kendova, che hanno realizzato il documento

La Bulgaria, membro della NATO dal 2004 e dell’UE dal 2007 è un paese che, dotato di una strategica posizione geografica nel cuore dei Balcani rappresenta un ponte tra l’Oriente e l’Occidente. La rete dei trasporti, in costante evoluzione è meglio sviluppata a sud e in corso di sviluppo a nord. Il paese sviluppa anche il trasporto fluviale sul Danubio e il trasporto marittimo sul Mar Nero. È prevista la realizzazione di nuovi ponti sul Danubio, oltre ai due esistenti e di nuovi attraversamenti di montagna per il collegamento della parte sud alla parte nord. La Bulgaria è attraversata dai corridoi di trasporto transeuropei IV, VII, VIII, IX e X. Al fine di garantire maggiore diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico, sono stati costanti gli investimenti negli ultimi anni per modernizzare la rete nazionale di trasporto gas e per realizzare collegamenti alle reti dei paesi limitrofi. Inoltre, il paese offre una fiscalità tra le più favorevoli a livello europeo (flat tax al 10%).

DATI STATISTICI

Il PIL nel 2021 è cresciuto del 4,2% rispetto al 2020 e ha raggiunto 67,9 miliardi di euro a prezzi correnti. Il PIL pro-capite è stato pari a 9.852 euro. Il valore aggiunto lordo è ammontato a 59 miliardi, in crescita del 3,6% rispetto al 2020. Le quote settoriali del valore aggiunto sono state pari a: 4,3% per l’agricoltura (4,0% del 2020), 26,5% per l’industria (+1,2% rispetto al 2020) e 69,2% per i servizi (70,7% nel 2020).

Per crescita del PIL la Bulgaria si posiziona al 23-mo posto nella UE 27, dove la media si attesta attorno al 5,3% su base annua.

I consumi finali formano il 79,4% del PIL, per un valore di 53.866 milioni di euro ed una crescita del 12,3% rispetto al 2020. Crescono sia i consumi delle famiglie che quelli pubblici. Lo stipendio medio su base nazionale, inferiore rispetto alla media UE, risulta in aumento dai 711 euro del 2020 ai 793 euro del 2021, con l’11,5% di crescita. Il 1° gennaio è entrato in vigore il nuovo aumento del salario minimo, passato da 312 euro a 332 euro (+6,6%).

Per quanto riguarda la gestione delle finanze nazionali, è da segnalare il fatto che nel Paese dal 1997 è in vigore l’accordo di currency board con il Fondo Monetario Internazionale sulla base del quale il lev resta ancorato all’euro con il tasso fisso di 1 EUR = 1,95583 BGN.

Sul fronte dell’occupazione, secondo i dati del National Statistical Institute (NSI), il numero degli occupati nel 2021 ammontava a 2,987 milioni, ovvero il 68,1% della popolazione attiva (tra i 15 e 64 anni), di cui il 63,5% nel terziario, il 30,3% nell’industria manifatturiera e il 6,2% nel settore agricolo, forestale e della pesca. A causa dei forti processi migratori, della politica sociale e del calo demografico, cresce la carenza di professionisti e lavoratori qualificati che rappresenta il maggior ostacolo non solo per le aziende, ma anche per l’attrazione degli investimenti nel Paese in generale. Nel 2021 il tasso di disoccupazione è stato del 5,3%, per un totale di 171,1 mila disoccupati. La Bulgaria continua ad essere fra i paesi UE con la crescita più elevata del costo del lavoro, al secondo posto (+9,5%), contro una crescita media nella UE dello 1,7% secondo Eurostat. Lo stipendio medio lordo nel 2021 era pari a 793 euro, in crescita dell’11,5% rispetto al 2020.

COMMERCIO ESTERO

Nel 2021 l’Italia è il terzo partner commerciale della Bulgaria e il quarto paese investitore.

Nel 2021 l’Italia era il terzo partner commerciale UE della Bulgaria, dopo la Germania (10 miliardi) e la Romania (6,4 miliardi), con un interscambio pari a 5,2 miliardi di euro, in crescita del 27% rispetto allo stesso periodo del 2020 (4,1 miliardi).

Per quanto riguarda la distribuzione settoriale, l’Italia esporta principalmente prodotti della meccanica strumentale. La domanda di tali prodotti in Bulgaria è strettamente legata all’esigenza di consolidare la base produttiva interna, puntando all’ammodernamento e al miglioramento degli standard qualitativi. Altri settori significativi sono il tessile, chimica, prodotti della metallurgia, prodotti alimentari, apparecchiature elettriche ed elettrodomestici, prodotti in metallo.

L’Italia importa dalla Bulgaria principalmente prodotti metallurgici, seguono le apparecchiature elettriche ed elettrodomestici e gli articoli di abbigliamento. Altri settori significativi importati sono i prodotti alimentari, i prodotti chimici e i macchinari ed apparecchiature. Importante anche la quota del coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio e dei prodotti in metallo. Le calzature sono un comparto tradizionalmente forte e insieme all’abbigliamento costituiscono una quota importante delle importazioni, per accordi di lavorazione conto terzi, che danno luogo a un traffico di perfezionamento passivo tra Italia e Bulgaria. Molte aziende bulgare effettuano lavorazioni per conto terzi, utilizzando materiali generalmente forniti dai committenti. Sono molte le aziende italiane che affidano parte della produzione a partner bulgari, non solo per i minori costi della manodopera, ma anche per la consolidata e qualificata capacità produttiva.

(Continua – 1)

www.ice.it

Аlla seconda parte.

 

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