Katerina Meteeva

DALLA PALLANUOTO ALLE SCARPE ECCO COME SI REALIZZA UN SOGNO

Ekaterina Mateeva, cresciuta in Italia, diplomata Isef, ha avuto un gran maestro per realizzare calzature. Oggi ha tre negozi a Sofia e “l’Italia sempre nel cuore”

C’è di tutto un po’, nella vita di Ekaterina Mateeva: è cresciuta in Italia, dove i genitori si erano trasferiti per sfuggire al regime comunista, ha studiato, si è diplomata Isef è diventata insegnante di nuoto e pallanuoto e ha lavorato molto, per poter mettere da parte il tesoretto che poi le ha consentito di diventare un’imprenditrice nel settore delle scarpe, una volta tornata a Sofia.

Un percorso fatto di “molti sacrifici”, come ci tiene a sottolineare, che non le hanno impedito di avere un figlio, Edoardo, il cui padre è uno dei cento chef più famosi d’Italia. Ma andiamo con ordine e lasciamo la parola a Ekaterina.

Alcune proposte dalla linea made in Italy

Senta, i “molti sacrifici” hanno significato anche molti lavori?

Certo. Con la mia famiglia abitavo a Poggibonsi. Tenga presente che c’è stato un periodo in cui ogni lunedì mattina andavo a stirare presso una famiglia. Durante la settimana andavo nel negozio di scarpe, che ha segnato la mia vita in positivo, dalle 9 alle 13. Dalle 13.30 ero in piscina, con i ragazzi – ho allenato anche la squadra di pallanuoto di Poggibonsi – e infine, tutte le domeniche, dalle 6 di mattina fino a sera, andavo in un bar.

Torniamo al negozio di scarpe, che per lei ha significato la svolta, nella sua vita. Come sono andate le cose?

Ero già insegnante, come ho detto, ma un giorno la titolare del negozio di scarpe locale mi ha proposto di andare a lavorare da lei, dove la produzione artigianale di Antonio Minò presentava delle realizzazioni di assoluta qualità. E qui fu proprio Minò a insegnarmi come fare le scarpe, siamo verso la fine degli anni 90.

E quanto tempo ha impiegato a imparare questo mestiere?

Dopo circa otto anni mi sono sentita in grado di avviare una mia attività, in questo settore. Ma non si finisce mai di imparare.

Lavorava in Italia, ma nel suo cuore era rimasta la Bulgaria? Aveva già deciso di rientrare in patria?

No, nel mio cuore c’è sempre l’Italia che mi ha insegnato tutto. E quando tornavo in Bulgaria, per visitare i parenti e per svariati motivi, notavo che i negozi di scarpe a Sofia erano mediocri, scadenti. Quindi ho pensato di tornare un giorno per creare un negozio dove poter consigliare le persone nelle loro scelte, soprattutto per quanto riguarda lo stile, il disegno, l’eleganza. Mi piace dare suggerimenti perché la scarpa completa il carattere della persona. E quello che ho imparato in Italia è molto importante.

Boutique Minó 1923, Sofia

Comunque lei a un certo punto rientra a Sofia. Aveva già pianificato quello che voleva fare?

Sì, perché qui ho realizzato il mio sogno, grazie al mio maestro, tant’è che ora ho tre negozi e il nome è Minò 1923, in suo onore. La famiglia che ha acquistato il negozio a Poggibonsi oggi per me è un gradito ricordo, perché la signora Michela Liaminti è stata a sua volta una preziosa maestra anche di vita. Se il mio sogno si è realizzato lo devo anche a lei.

www.mino1923.business.site

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