LA MIA STRADA PER IL MANAGEMENT SPORTIVO IN BULGARIA
Per Fabrizio De Micheli di Milano la scoperta di questo Paese porta anche un cambio professionale. Dopo una lunga carriera tecnica, si dedica alla sua vera passione, il calcio, e la trasforma in professione
Fabrizio de Micheli lavora per anni in industrie del settore chimico/farmaceutico, in ambito progettazione e manutenzione e ricopre rapidamente posizioni manageriali. Diventa comproprietario di una società di ingegneria specializzata nella progettazione, collaudo e verifiche di apparecchiature a pressione. Proprio lo svolgimento di questa attività lo porta in Bulgaria. Arriva a Varna nel 2014 per avere una collaborazione con un Organismo di verifica certificato dall’Unione Europea. Una sua collaboratrice bulgara in Italia lo incoraggia ad aprire un’altra attività in Bulgaria. Comincia con abbigliamento, accessori e cosmetici, poi con un brand di abbigliamento sportivo.
“Nessuna di queste operazioni ha avuto particolare successo ma mi ha permesso di conoscere meglio il territorio e crearmi un giro di conoscenze molto importanti. La svolta è arrivata durante il lavoro di sviluppo del brand sportivo. Ho conosciuto una persona che mi ha dato l’input per iniziare a lavorare nell’ambito del calcio: Krasimir Bezinski, leggenda del CSKA Sofia.
Mi ha fatto una domanda molto semplice “Puoi aiutare i giovani ragazzi bulgari, molto talentuosi nel calcio, ad andare a giocare all’estero?”.
La risposta fu molto semplice ed onesta “Non è il mio lavoro, non so da che parte iniziare ma sicuramente ci provo!”. Questa domanda trasforma completamente la sua vita professionale.
Quali progetti hai realizzato nell’ambito del calcio qui in Bulgaria?
L’inizio risale a cinque anni fa quando ho portato l’AC Milan ad aprire un’accademia a Sofia in collaborazione con il Lokomotiv Sofia. Questo era il primo passo e utilizzando una metodologia riconosciuta e validata si poteva iniziare a sviluppare il progetto che avevo in mente e che avrebbe portato beneficio a club e giovani calciatori. Purtroppo, per volere del proprietario, il rapporto si è interrotto dopo solo un anno e ovviamente non ha permesso di raccogliere risultati. Un discorso simile era nato tra Fc Torino e un’altra squadra ma, per scarsa lungimiranza, non è stato avviato. Sto lavorando anche nell’ambito del calcio femminile, ho portato cinque calciatrici della nazionale bulgara a giocare in Italia con ottimi risultati e ricevendo buoni consensi dai club tanto che sto lavorando per aumentare il numero delle calciatrici in Italia. Continuo a lavorare in Bulgaria per portare una mia idea di progetto che potrebbe determinare un salto di qualità per i club che lo vorranno seguire.
Quali sono le possibilità e quali sono le sfide?
Innanzitutto parlerei delle sfide. Io penso che il calcio in generale debba cambiare ed avvicinarsi alla mentalità di un’azienda. Si parla di auto sostenibilità per le squadre di calcio e questa può esserci se i proprietari e le dirigenze lavorano in modo oculato ed attento, cosa che purtroppo non succede spesso. Io penso sia possibile raggiungere l’obiettivo con un progetto ben preparato. Veniamo alle possibilità. Io ho parlato e mi sono incontrato con alcuni club professionistici ed ho esposto le mie idee per migliorare il sistema e sono a disposizione per collaborare con coloro che sono interessati ad approfondire l’argomento. Per dare uno spunto di ragionamento riguardo al mio progetto scrivo due parole: consapevolezza e cooperazione.
Il tuo scopo principale per i prossimi anni?
Riuscire a sviluppare il mio progetto con un club la cui proprietà creda veramente in quello che si andrà a sviluppare. Io credo molto nella Bulgaria e mi auguro di svilupparlo qui.
Un club può fare un salto di qualità con uno stadio di proprietà, ebbene sto lavorando anche su questo. Al termine di questa intervista mi sembra doveroso ricordare e ringraziare Krasimir Bezinsky che purtroppo non è più tra noi…
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