QUELLA “FIERA DEL LIBRO”
PUNTO DI RITROVO PER LA CITTÀ

Dalla bancarella al negozio, da Pontremoli al capoluogo lombardo: storia di una famiglia dedita alla vendita di testi di ogni genere

Si passeggia in corso XXII Marzo a Milano e a un certo punto, dopo l’incrocio con via Fiamma, ecco un’insegna: “La fiera del Libro”. Subito ci si accorge che non si tratta di un evento espositivo, ma di un ampio negozio che è un vero inno alla lettura, data la dovizia di testi proposti.

Ma la Fiera ha una storia che risale agli anni del secondo dopoguerra e un curioso collegamento con la Lunigiana, regione che include parte della Toscana e della Liguria di levante. Da Pontremoli alla fine degli anni Quaranta arriva a Milano Adriano Guaitamacchi, con il suo carico di libri. Sì, perché in quella zona c’è un commercio di libri molto florido, con i volumi trasportati nelle gerle, quelle ceste di vimini o di legno molto usate, un tempo, anche dai panettieri. Adriano insieme con il fratello Ettore avvia l’attività con tre bancarelle a Milano, la prima delle quali è in piazza S. Maria del Suffragio, una piazzetta con un giardino che si affaccia proprio su corso XXII Marzo. È il 1950. Nel 1962 Adriano lascia la bancarella e, insieme alla moglie, apre un negozio sempre sul menzionato corso, e l’attività si caratterizza per la vendita di libri nuovi scontati, libri fuori commercio, introvabili edizioni. Questa la caratteristica della Fiera ancor oggi: nel 1990 i figli Davide e Angelo trasferiscono la Fiera nei locali attuali e, oggi, l’ampia offerta, arricchita da libri d’arte, libri per bambini e ragazzi, fa bella mostra di sé nel negozio di 500 metri quadrati, suddiviso su due piani. Affianca Davide nell’attività la moglie Anna.

“La decisione di lasciare le librerie aperte in questo periodo di chiusura – afferma Davide Guaitamacchi – ha avuto un riscontro positivo, il pubblico ha apprezzato. Questa libreria è da tempo un punto di riferimento per la città e oltre ai clienti abituali, proprio in questo difficile periodo, ci hanno fatto visita clienti nuovi. C’è gente che ama leggere e qui ne abbiamo una conferma”. Meno male. Questo è un incoraggiante messaggio di speranza. Per combattere l’ignoranza.

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