IL MISTERO DEL TEMPO PRESENTE DAVANTI ALL’USCIO DELL’INFINITO

di MARCO PARET

Cosa è il tempo? Se chiediamo ad un fisico, avrebbe difficoltà a spiegarci perché il tempo deve essere per forza sempre lineare ed unidirezionale, cioè dal passato al futuro.

Il tempo esiste però nell’uomo e ne condiziona la vita. L’uomo ha la capacità di programmare utilizzando il confronto tra quello che è avvenuto e quel che pensa debba avvenire e corrisponde ad una sua funzione mentale. A differenza degli animali, l’uomo è in grado di crearsi una “programmazione” mentale di come vuole vedere le cose. L’idea del tempo è la base di tale programmazione. Ma l’idea stessa del tempo è umana e nasce nella nostra mente. Per realizzarla è infatti necessario “concettualizzare” in modo da determinare gli elementi che variano e seguirli nella loro variazione. È quindi il nostro “software” mentale che letteralmente ci “crea” la sensazione e la percezione del tempo per scopi di sopravvivenza e di attenzione; tant’è vero che in situazioni di non programmazione (es. stati di meditazione, di abbandono, di estasi) la percezione del tempo e della realtà cambia e si può accedere a “momenti senza tempo”.

Anche la supposizione che il tempo debba sempre avere la stessa durata è illusoria. Molti hanno sperimentato ad esempio l’esperienza che nel sogno sembrano passare ore o addirittura giorni, mentre magari hanno chiuso gli occhi per pochi secondi di tempo di orologio. O ancora, in ipnosi possiamo creare la cosiddetta “distorsione temporale” fino ad arrivare a casi dove in un tempo esterno di pochi minuti il soggetto è in grado di vivere ore se non giorni di esperienza all’interno della sua mente, completa di ogni dettaglio.

La legge del divenire

Soggettivamente non vi è quindi un solo “tempo” ed in un secondo può esservi l’infinito. Il tempo soggettivo può quindi essere differente dal tempo fisico. L’uomo non è infatti solo programmazione. La programmazione lineare è solo un utilizzo particolare della mente umana con uno scopo finito legato ad un obiettivo. Invece, in quei momenti, quando si esce dalla programmazione e si vive l’ora, si può estrarre la vera potenza, cominciando dapprima ad accedere a quello che alcuni chiamano mente quantica, altri “superconscio”, altri “coscienza superiore” e poi infine facendo proprio uno stato nuovo nel quale realizzare i veri potenziali. Il nostro modo abituale di creare il tempo e programmare ci chiude però in quella che è chiamata la “legge del divenire”. Questa implica un susseguirsi orizzontale e conseguente di avvenimenti. E più siamo “mangiati” dalle cose, più queste si mangiano anche il nostro tempo presente, ed infine anche il nostro corpo stesso. Tutte le malattie psicosomatiche sono infatti legate ad un “tendere” verso le cose. Pensiamo ad esempio all’ansia. È un respirare più rapidamente per poter mettere in azione il nostro organismo e prepararlo all’azione. Ma se questa azione non avviene, poiché in realtà il rischio esiste solo nella nostra testa, allora questo atto crea particolari reazioni biochimiche nel corpo che se mantenute troppo a lungo tendono a fissarsi. L’uomo medio, infatti anche quando potrebbe starsene perfettamente tranquillo, continua a crearsi pensieri sul futuro per distrarsi dall’attimo presente e “fissare” il tempo, e non si rende conto che sta passando davanti all’uscio dell’infinito senza neppure guardare dentro. Se guardasse, anche solo per un attimo, potrebbe trovare risposta sia alle più profonde domande esistenziali “che sono?”, “cosa faccio?” sia rendersi conto che il mondo del “divenire” è solo una piccola possibilità nella quale costringe il suo essere e che davanti vi è un universo intero che non vede.

  • Brano tratto da “Oltre la trance”, pubblicato da NLP International, Dublino, anno 2017.

 

 

 

 

 

Marco Paret, laureato, con alle spalle diversi master e attività di ricerca, svolge la professione di coaching, di ipnoterapeuta e di formatore a livello internazionale. Autore di numerosi libri di psicologia, svolge anche consulenza per le imprese sui temi della motivazione nell’organizzazione aziendale, e per i privati sui temi della realizzazione di sé.

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