LE EPIDEMIE E LA MATEMATICA L’INSEGNAMENTO DI BERNOULLI

*David Quammen

 

Il primo a utilizzare la matematica per studiare la dinamica delle epidemie fu Daniel Bernoulli, nato in Olanda e appartenente a una delle più celebri famiglie di matematici nella storia. Ciò avveniva nel Settecento, ben prima che le teorie microbiche delle malattie fossero comunemente accettate. Nel 1760, mentre insegnava all’università di Basilea, Bernoulli fece uno studio sul vaiolo, calcolando costi e benefici di una vaccinazione universale contro tale malattia.

La sua carriera fu lunga e improntata a eclettismo, comprendendo lavori matematici su una vasta gamma di argomenti, di fisica, astronomia e economia politica – dal moto dei fluidi e dalla teoria delle oscillazioni al calcolo del rischio nelle assicurazioni.

Lo studio sul vaiolo sembra quasi anomalo nel panorama degli interessi di Bernoulli; d’altra parte anche in questo caso si tratta di calcoli del rischio.

Bernoulli mostrò che inoculare a tutta la popolazione una piccola dose di materia infetta (allora non si sapeva cosa fosse un virus) comportava sia rischi e sia benefici, ma che i benefici erano superiori ai pericoli. Tra i rischi c’era il fatto che l’introduzione artificiale di materiale infetto nell’organismo poteva portare, benché raramente, a sviluppare la malattia in forma mortale; ma più spesso il risultato era l’immunità permanente. Un grande vantaggio per l’individuo ottenuto con una singola operazione. Per valutare i benefici per la popolazione di un’azione collettiva, Bernoulli si chiese quante vite si sarebbero salvate ogni anno se il vaiolo fosse stato completamente debellato.

Le sue equazioni rivelarono che con la vaccinazione di massa la durata della vita sarebbe aumentata mediamente di tre anni e due mesi.

 

Brano tratto da Spillover di David Quammen, pag. 137. Libro pubblicato in inglese nel 2012 e tradotto e pubblicato in Italia da Adelphi edizioni, Milano, 2014.

 

 

 

 

 

*David Quammen, divulgatore scientifico, è autore, oltre che di celebrati reportage per National Geographic e altre riviste che gli hanno valso per ben tre volte il National Magazine Award, di numerosi libri fra cui “Alla ricerca del predatore alfa”, “Il codice delle creature estinte”, “Storia delle epidemie” e “L’albero intricato”, che lo hanno reso famoso

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