LE INFINITE REALTÀ DELLA
REALTÀ AUMENTATA

Viviamo in una società multimediale in cui la comunicazione, amplificata dalla tecnologia digitale, non ha limiti territoriali, e questo è un bene per la libera circolazione delle idee e della cultura

Libera circolazione delle idee. Grazie anche alla multimedialità. Eppure preferiamo ancora, all’informazione, all’accrescimento culturale, l’accrescimento sensoriale, le forti emozioni date da una realtà aumentata (Augmented Reality) che, sempre grazie alla tecnologia digitale, si fa più inutilmente ludica che utilmente pratica. Con salvezza di quelle applicazioni scientifiche e tecnologiche che servono davvero alla società civile.

Certamente la AR Augmented Reality arricchisce la realtà con tutta una serie di informazioni da sovrapporre a quello che vedono gli occhi.  Ma può trattarsi sia di informazioni reali e remote, che altrimenti non verrebbero percepite, sia di informazioni alterate quando non finte, e in questo caso si confonde con la realtà virtuale. Si intende per “realtà aumentata”, volendo dare una semplice definizione, un’espansione della nostra percezione sensoriale in modo che possiamo vedere o percepire più cose contemporaneamente e sviluppare così la nostra intelligenza.

La realtà aumentata in senso lato è già quella che viviamo quotidianamente. Pensiamo alla grande diffusione di notizie della realtà che ci circonda e che percepiamo tramite dispositivi di acquisizione fissi o mobili in Rete, arricchita in tempo reale di informazioni grazie ad algoritmi e applicazioni intelligenti, come le cosiddette App. Pensiamo a quante opportunità di condivisione e arricchimento offre la videoconferenza, ora a portata di tutti grazie ad applicazioni come Skype, Google Hangouts, TeamViewer, Zoom, o la stessa Facebook, o Instagram o LinkedIn.

Occhiali con display

Sotto questo profilo è chiara l’interdipendenza con la AI Artificial Intelligence e ai suoi progressi. Presso il largo pubblico la “realtà aumentata” in senso stretto è venuta in auge con i famosi Google Glass, occhiali muniti di display che riempiono il campo visivo di dati e informazioni sull’ambiente circostante di chi lo indossa. O almeno questo è ciò che avrebbero dovuto fare, salvo poi il loro totale fallimento commerciale per ragioni tecniche. La simulazione realistica di una realtà che non esiste fa parte del divertimento: la mente razionale sa che è tutto finto, ma la mente inconscia, quella che ci fa spaventare guardano un film di suspence, prende subito il sopravvento.

Il concetto di AR, ancor prima di conquistare l’intero settore mobile, quindi smartphone, laptop, tablet, occhiali e visori abbinati ad appositi software, muove i primi passi in ambiti più seri, tecnici e specifici come quello militare, della ricerca scientifica e medica.

I primi esempi di realtà aumentata sono stati introdotti nel settore dell’aeronautica militare sotto forma di HUD Head Up Display – visore a sovrimpressione – sugli aerei da combattimento per mostrare ai piloti dati di volo, come la quota e velocità del velivolo o la distanza dall’obiettivo, senza distogliere lo sguardo dalla “guida” per controllare tutta la strumentazione di bordo. Una tecnologia che, successivamente, è stata adottata anche dall’aviazione civile, veicoli terrestri e marittimi. Pensiamo al settore automobilistico e al progettato parabrezza che mostra in tempo reale indicazioni stradali, segnaletica, velocità da seguire e informazioni sul traffico.

Della realtà aumentata fanno parte anche applicazioni tanto emozionanti quanto socialmente utili. Un esempio è Layar, società olandese nata con il proposito di arricchire l’ambiente che circonda i possessori di smartphone. Si trattava di un browser che, grazie ai dati su longitudine e latitudine in arrivo dal GPS (sistema di posizionamento globale) del dispositivo, consente di inquadrare con la fotocamera un particolare edificio, un monumento, una piazza e altri luoghi per ricevere informazioni sul nome e sulla storia, insieme a consigli su luoghi e negozi di interesse presenti nelle vicinanze. Una tecnologia che si è poi estesa ai navigatori satellitari: sappiamo bene come funzionano, con le numerose informazioni di contorno rispetto all’itinerario di viaggio.

Minicomputer olografico

Certamente i Google Glass ritornerebbero in auge se permettessero di fare ricerche veloci in Rete usando semplicemente la voce, ad esempio, o di navigare nel Web senza il tramite di PC, tablet o smartphone, di leggere quindi le notizie online con maggior speditezza, di usare Google Translator per una traduzione quasi simultanea quando si è in difficoltà a comunicare con una persona straniera.

Un passo ulteriore rispetto ai Google Glass è stato fatto da Microsoft con gli HoloLens, un progetto avveniristico già realizzato in fase prototipale, sviluppato in collaborazione con la NASA, che non necessita di alcun collegamento con lo smartphone o altro dispositivo in Rete. Si tratta di un minicomputer olografico indossabile in testa e dotato di sensori di movimento, microfono con audio surround oltre a una videocamera. Si viene in pratica catapultati in una realtà costituita da ologrammi in cui vivere esperienze ludiche senza precedenti. Qui si tratta di una realtà aumentata che si (con)fonde con la realtà virtuale.

Pensiamo a quante realtà della realtà aumentata cambieranno, si spera in meglio, la vita quotidiana di tutti!

E chissà quante applicazioni pure nel campo del diritto e del processo telematico potrà avere la AR, quando l’amministrazione della giustizia sarà veramente efficiente e non richiederà più spostamenti fisici per documentare nelle udienze le fonti di prova. E’ un tema affascinante e in continua evoluzione, che merita senz’altro un approfondimento per singoli settori. Alle prossime note!

www.bonomonline.it

 

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Avvocato di imprese editoriali e televisive, ricercatore in diritto dell’informazione e dell’informatica. Responsabile dell’Osservatorio sul diritto d’autore de Il Sole 24Ore. Chief Innovation Officer del circuito nazione di avvocati associazione A.L. Assistenza Legale. Promotore culturale, giornalista pubblicista, blogger, attivo sulle tematiche ambientali. [ View all posts ]

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