L’EDUCAZIONE SARTORIALE, PILASTRO DEL MADE IN ITALY

Modellista e sarta da tradizione familiare, fashion designer, consulente per produttori e negozi di moda maschile, collaboratrice esterna di note Accademie di Moda romane, Silvia Galiotto ha attratto l’attenzione delle donne di business nella capitale bulgara

“Disegno abiti da quando sono stata in grado di tenere in mano una matita.”, ricorda Silvia Galiotto. “Prima, i costumi dei cartoni animati preferiti, poi, intere collezioni sui block-notes di mia sorella maggiore. Mia nonna materna era la ‘prima’ sarta del paese di origine della famiglia ed io sono l’unica nipote che ha mantenuto la tradizione, sebbene mia madre non avesse imparato a cucire. Ho sempre saputo che sarebbe stato il mio lavoro.”

Dopo il liceo a Latina Silvia si laurea in Marketing e Comunicazione d’Impresa all’università “Sapienza” di Roma, credendo di lavorare nel settore Moda da questa prospettiva. Ma il richiamo della matita sulla carta é troppo forte… Frequenta prima l’Accademia di Moda e poi il corso di Alta Formazione in Cultura della Moda, che la prepara su tutti gi aspetti del settore: dal costume alla fotografia, dalla retorica della moda all’illustrazione, passando per l’arte contemporanea.

„É stato un percorso variegato, che ha plasmato la mia visione “aperta” del lavoro, seguendo il concetto di lifelong learning (formazione continua).”, racconta Silvia. “Tuttavia, il vero grande amore, è stato e sarà sempre l’artigianato, con la sua parte manuale.  Ad oggi, pur occupandomi di consulenza per le produzioni di abbigliamento in Est Europa, il mio core business è rappresentato dalla sartoria artigianale.”

Silvia, cosa ti ha spinto a decidere di lavorare anche a Sofia?

Durante la pandemia, ho pensato di sondare altri mercati europei con l’intenzione di esportare le camicie da uomo da me prodotte con l’etichetta Alfredo La Salle. Entrata in contatto con la realtà di Confindustria Bulgaria, ho conosciuto meglio il Paese e gli imprenditori che vi lavoravano e da qui è iniziato il mio percorso professionale a Sofia.

La stilista al tavolo di lavoro

Perché hai scelto di focalizzarti sull’abbigliamento business da donna in Bulgaria?

Con grande piacere ho scoperto che la Bulgaria ha una buona percentuale di donne manager e in posizioni di rilievo in azienda. Questo combacia perfettamente con il tipo di prodotto che realizzo anche in Italia: il tailleur artigianale abbinato alla camicia, anche questa su misura. Promuovere l’eleganza senza tempo di un capo classico, costruito sui gusti e la fisicità della cliente, mi permette di diffondere quella che io chiamo “educazione sartoriale”, pilastro dello stile Made in Italy.

Qual è il processo di creazione di un ordine personalizzato per un cliente?

Il primo step è sicuramente l’ascolto: capire i gusti, l’occasione d’uso e la percezione che la cliente ha della sua fisicità, così da mettere in risalto i suoi punti di forza. A questo punto, passo al disegno di un figurino (sketch) che rappresenta l’idea selezionata e, sulla sua base, andrò a scegliere con la cliente il tessuto più adatto, assieme a bottoni e fodera. A volte, può accadere anche il contrario: ci si innamora di un tessuto, per costruire poi su questo il prodotto finale. Nel secondo appuntamento, incontro la cliente per la prima prova in tela: si tolgono i difetti al capo e si correggono quei dettagli che lo renderanno perfetto. Nel terzo appuntamento, avviene la consegna. È un processo lento, che identifica bene il concetto del fatto a mano, con dedizione e professionalità.

A sinistra, la stilista in opera: consulenza di moda maschile. A destra, durante un evento di networking di Condindustria Bulgaria

Hai in programma qualche progetto o collezione imminente di cui vorresti parlare?

Trovo che Sofia sia una città estremamente stimolante da un punto di vista artistico-culturale, questo mi suggerisce la possibilità di creare degli eventi ad hoc per promuovere lo stile italiano, collaborando con stimati colleghi  e con realtà commerciali e istituzionali che supportano la bellezza e l’importanza del Made in Italy al di fuori dei confini nazionali. Nei prossimi mesi, le possibilità prenderanno forma e sarà un piacere condividerle con voi.

Quali consigli daresti ai giovani designer che desiderano emergere nel settore della moda?

Fare un passo alla volta. Iniziare da ciò che ti fa sorridere, che ti rende compiaciuto a fine giornata: che sia cucire, illustrare, tagliare, progettare. Farlo al meglio, con costanza e determinazione; inserirsi in contesti in cui fare pratica ed imparare; non mancare mai le occasioni di networking! Arrivare da 0 ad 1 è sempre lo step più difficile, ma fatto quello, il percorso si delinea, prende la sua via e cresce. Occorre avere fiducia e mantenere i sogni “ben saldi”.

 

www.silviagaliotto.com

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