STATI UNITI – BOOM DEGLI UFFICI
IN SUBAFFITTO

La crescita del lavoro da remoto riduce la domanda di questi immobili

Le grandi aziende negli Stati Uniti stanno cercando di sbarazzarsi dei grandi spazi per uffici, scrive Wall Street Journal. Tra loro PricewaterhouseCoopers, Salesforce e JPMorgan. Un segnale inequivocabile che la domanda in questo pilastro del settore immobiliare è stata molto danneggiata dalla pandemia.

E siccome le grandi aziende in genere firmano contratti d’affitto per dieci anni o più, non hanno molte opzioni per ridurre lo spazio oltre al tentativo di subaffittare. Secondo i dati della società di consulenza CBRE Group, alla fine del 2020 negli Stati Uniti 12,7 milioni di metri quadrati di uffici erano disponibili per la sublocazione. Si tratta di un aumento del 40% rispetto a 2019. Gli spazi subaffittati vengono solitamente offerte con uno sconto aggiuntivo del 25%.

Ma a differenza alle recessioni precedenti, le aziende non hanno intenzioni di tornarci anche dopo la fine della pandemia: hanno in programma di rimanere con la formula Smart working sia per motivi economici, sia per espressa volontà dei dipendenti. Su questo ha influito non poco anche la  crescita dell’e-commerce.

Le società tecnologiche, che fino a poco tempo fa erano le più aggressive nell’acquisire spazi per uffici in città come San Francisco e New York per essere pronte per la crescita, stanno ora guidando il boom degli spazi in subaffitto. Un esempio, in tal senso,  è  la società di servizi cloud Dropbox, la quale ha affittato un edificio per uffici di oltre 65.000 metri quadrati a San Francisco nel 2017 e questo è diventato il più grande affare di spazi per uffici nella storia della città. Dropbox ha recentemente riassegnato gran parte dello spazio a due società biotecnologiche a un prezzo inferiore.

Secondo gli esperti della società di consulenza JLL, anche i sobborghi non sono immuni dal fenomeno.  Un certo numero di aziende sta cercando di sbarazzarsi di call center e altri siti fisici in luoghi economici.

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