Elisabetta Roncati

IMMAGINI AL POSTO DELLE PAROLE ECCO LA DIGITALIZZAZIONE

La nuova modalità della comunicazione in realtà diviene quasi un lavoro televisivo, sottolinea Elisabetta Roncati, imprenditrice ed esperta del settore. I momenti difficili durante la pandemia

“In principio le lettere erano immagini”. Ce lo ricorda il francese Robert Massin, artista, grafico, studioso dell’arte e della tipografia, scomparso a Parigi nel 2020. E lo fa in una delle sue opere di maggior rilievo “La lettera e l’immagine” (Vallardi, 1995). E rileva: “Dal Medioevo sino ai giorni nostri hanno dunque continuato a moltiplicarsi gli alfabeti fatti di lettere-fiori, di lettere-animali, di lettere-uomini, di lettere-oggetti”.

Da allora molto tempo è passato, ma la digitalizzazione rafforza la posizione dell’immagine rispetto a un testo scritto, con scarti culturali talora ben palesi.

Elisabetta Roncati è un’imprenditrice digitale: “Ho iniziato nel 2018. Sono partita da un blog: inizialmente avevo dei profili personali, poi sono diventati un brand”.

Il percorso formativo della giovane imprenditrice contempla una laurea triennale in “Comunicazione e Gestione nei Mercati dell’Arte e della Cultura” (Università IULM) e sempre presso la stessa università una laurea magistrale in “Marketing, Consumi e Comunicazione”, dopodiché un master in “Diritto e Fiscalità dell’Arte” – 24Ore Business School – e il perfezionamento in Beni Demoetnoantropologici (Università degli Studi di Milano Bicocca).

Oggi svolge attività di consulenza in ambito artistico, soprattutto per l’area extra europea, e per la comunicazione digitale, affiancando gallerie, musei, istituzioni culturali.

Ma in altri termini cosa fa il consulente digitale? “Si tratta di operare un trasferimento di immagini in digitale per conseguire una fruizione più ampia. Il digitale lavora sulle immagini, non sui testi scritti, questo è un lavoro quasi televisivo, in maniera più semplice più rapida”. Fra i lavori più recenti svolti da Roncati figurano un contenuto digitale sulla mostra di Max Ernst a Palazzo Reale a Milano; analogo intervento al Museo delle civiltà di Roma e la mostra dedicata ai macchiaioli, alla Fondazione Palazzo Blu di Pisa.

Ci sono stati momenti di difficoltà? “La pandemia ha provocato la nascita e la diffusione di una digitalizzazione forzata, nell’ambito della cultura. Mi spiego: ancor oggi talora ci si trova di fronte a clienti che non capiscono la reale funzione dll’utilizzo della digitalizzazione, e non hanno un obiettivo ben definito. Questa nuova alfabetizzazione è stata così veloce che ha lasciato sconcertati i clienti.

Nello stesso tempo si sono affacciati su questo tipo di mercato giovani un po’ all’arrembaggio, sedicenti consulenti del digitale, proponendo siti, soluzioni innovative, a cifre di migliaia di euro… per poi piazzare la fregatura.

Questo senz’altro ha danneggiato il mercato, togliendo credibilità all’ambito digitale”

“Fortunatamente – conclude Elisabetta Roncati – mi sono fatta conoscere prima di questa diffusione di proposte truffaldine”.

Per quanto riguarda il digitale, spero che ci sia una stabilizzazione, dopo oscillazioni che hanno visto il settore quasi morto, in realtà si è tornati sui propri passi. Spero si continui su questa strada, senza l’esagerazione e con l’esperienza fisica accompagnata da quella digitale”.

 

www.artnomademilan.it

 

 

 

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