L’IMPRENDITORIA E IL SENSO DELL’ATTESA

Manca in molti imprenditori competenza e una visione prospettica

Perché la fiducia nella propensione ad investire in innovazione tecnologica, in alcuni periodi storici, è in calo o in stagnazione? In un’epoca vivace come questa, con lo sviluppo spasmodico delle tecnologie e dei ritrovati applicativi, perché una platea sempre più ampia di imprenditori attende o mostra scarsa fiducia? Non c’è solo l’incertezza dei mercati, la paura di imprevisti o la caduta degli ordini a motivare il rallentamento della domanda di progetti innovativi.

In molti casi, che le interviste di Ifiit è in grado di mettere in evidenza, c’è la scarsità di competenze da adottare di fronte al cambiamento organizzativo, la conflittualità tra manager che potrebbero perdere parte del potere rispetto al cambiamento e poi, in numerosi esempi, l’attesa che una tecnologia si affermi con forza e convinzione.

Diverse soluzioni tecnologiche che vengono presentate sul mercato, in talune occasioni sono proposte da imprese minori: operatori che sono nati solo recentemente e che non mostrano garanzie di affidabilità. È il caso dei sistemi di pagamenti digitali, dove la concorrenza è agguerrita e dove grandi gruppi si confrontano con idee validissime che scaturiscono da aziende di sparute dimensioni.

Di fronte al divampare delle applicazioni, delle soluzioni e delle possibili integrazioni, manca in molti imprenditori la capacità di vedere le prospettive e i trend. Così, coloro che se lo possono permettere si rivolgono a consulenti organizzativi, mentre altri, tipicamente di piccole e medie dimensioni, attendono di vedere gli sviluppi, a meno che non ci siano forti incentivi fiscali come è accaduto per il Piano Industria 4.0.

Il fenomeno è accentuato dalla scarsità delle competenze, fattore già accennato, perché i giovani che escono dagli istituti tecnici e professionali non hanno le conoscenze sufficienti per poter entrare in un processo altamente tecnologizzato. Le imprese di grandi e medie dimensioni, che hanno internazionalizzato, trovano invece le competenze sia di alto profilo (che si possono permettere) e sia di medio livello ricorrendo agli skill delle strutture estere.

In questa fase congiunturale continuano a dominare la scena le grandi multinazionali che con il loro centri di ricerca e i dirigenti più creativi sanno formulare le soluzioni ad hoc. E poi è sempre forte il ruolo dei consulenti, di tipo system integrator, che sanno cioè assemblare tra loro le varie tecnologie per dare all’impresa ciò che le serve.

Comunque, di fronte alla presenza di numerose e intense suggestioni, prima di farsi abbagliare da un primo lampo è meglio attendere la fine del temporale. Questa metafora spiega in parte il clima di attesa che molti imprenditori italiani stanno mostrando rispetto agli investimenti in innovazione tecnologica.

 

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