COMMERCIALISTA E SCENEGGIATORE LA PROFESSIONE E LA PASSIONE

Francesco Frattini, consulente finanziario, dopo un’esperienza lavorativa in Italia, fonda una società e si trasferisce a Sofia. Il cinema, il grande amore, ove esprime la sua creatività

Dopo aver esercitato la professione di commercialista per diversi anni in Italia (Varese), Francesco Frattini fonda Alias Group nel 2005 che lo porta a trasferirsi stabilmente in Bulgaria qualche anno dopo, dove diventa nel tempo un riferimento per la comunità imprenditoriale italiana nei diversi settori dell’economia. Partecipa attivamente alla vita associativa coprendo ruoli di rilievo nelle associazioni imprenditoriali più rilevanti nel Paese ed è spesso chiamato a trattare argomenti di sua competenza in occasione di conferenze tematiche. Coltiva l’hobby della scrittura, che lo ha già portato alla pubblicazione di un romanzo edito in Italia e tradotto sia in bulgaro che in inglese per il mercato locale e internazionale, nonché ha trasformato la sua storica passione per il cinema in un‘attività vera e propria come sceneggiatore e produttore, realizzando il suo primo film che uscirà nelle sale il prossimo autunno.

Manager di una società finanziaria e sceneggiatore: due ambiti contrastanti, oppure un’opportunità in più per trarre spunto per qualche lavoro?

Il primo è il lavoro che mi da da vivere da anni, il secondo è una passione ancora più vecchia del lavoro che fino ad ora era rimasta chiusa in un cassetto, come capita a tanti. Un evento casuale durante una vacanza ha fatto sì, come a volte accade, che il cassetto venisse aperto e la passione potesse diventare una realtà. Poi dato che oltre che sceneggiatore sono anche produttore dei miei progetti, la mia esprienza manageriale mi aiuta molto e aiuta anche lo sceneggiatore a non scrivere storie troppo “costose” da realizzare, quindi è un bel mix vincente tra creatività e managerialità che ritengo possa dare dei buoni risultati.

Quali delle due attività le dà maggiori soddisfazioni?

Dopo 27 anni di consulenza posso dire con certezza che l’attività cinematografica (sia come sceneggiatore che come produttore) mi sta dando grandi soddisfazioni ma per ora solo “morali ed emotive” quindi devo tenermi stretto l’attività di consulente, perché al momento è l’unica fonte di sopravvivenza almeno fino a quando l’altra passione non darà anche soddisfazioni di tipo economico. Ci tengo a dire che è molto difficile da spiegare l’emozione che dà il vedere realizzato con persone, immagini e suoni, ciò che era solo un pensiero nella propria testa, non mi viene in mente nulla di paragonabile.

In una sceneggiatura, nasce prima l’idea oppure lei si basa già su un testo esistente, magari dai suoi appunti?

Una sceneggiatura per me e non credo solo per me, nasce da una propria esperienza di vita, non necessariamente vissuta in prima persona ma magari che ti ha colpito. Due esempi: la sceneggiatura di Athos è nata durante una vacanza in Grecia di fronte al Monte Athos. Nell’ammirare dei monasteri enormi, sontuosi, a picco sul mare, anziché ispirarmi beatitidine e spiritualità mi hanno stranamente ispirato un senso di inquietudine, di paura, mi è venuto in mente il famoso romanzo di Umberto Eco “Il nome della rosa” e quindi da lì una serie di intrighi e misteri che hanno portato a realizzare una spy-story come Athos. Il secondo soggetto “The block” mi è venuto vivendo la pandemia come un momento di isolamento e di terrore generalizzato che ho pensato potesse far fare alle persone, costrette all’isolamento forzato, delle cose fuori dal normale, strane, surreali, incidendo fortemente sulla psicologia di ognuno di noi abituato da sempre ai rapporti interpersonali, negati per lunghi mesi. Ho quindi immaginato alcune situazioni a volte drammatiche, tragiche, comiche e per lo più surreali legate all’isolamento di ristretti gruppi famigliari in un unico palazzo che poteva essere collocato in qualunque città del mondo.

Parliamo dell’ambito finanziario-commerciale: sono molte le aziende, gli imprenditori che giungono in Bulgaria? Quali sono di solito i motivi di questa decisione?

I motivi sono tra i più disparati. C’è chi è stanco del solito tran-tran e vuole provare a fare qualcosa di diverso in un altro Paese, chi è stanco di pagare una tassazione che ha superato il 50%  senza avere dei servizi all’altezza (soprattutto nel Centro e Sud Italia), altri ancora per allargarsi a nuovi mercati emergenti, o per approfittare dei minori costi  industriali. Questi sono tra i principali motivi perché un imprenditore italiano decide di venire a investire in Bulgaria. Le tipologie di imprese sono tra le più diverse: manifatture, IT, importazione di prodotti dal Far East utilizzando la Bulgaria come hub per l’Europa, servizi online, conto lavorazione, ecc.ecc.

Quali sono stati i suoi motivi per scegliere Sofia? Oggi è contento di aver fatto questa scelta?

Il mio motivo iniziale è stato strettamente sentimentale perché mi ero sposato nel 1993 con una ragazza bulgara e venendo spesso qui per motivi famigliari, ho iniziato a guardarmi in giro per cogliere alcune opportunità interessanti che si stavano presentando nel Paese. Nel 2005 si è presentata l’occasione di accompagnare un cliente del mio studio italiano interessato a fare degli investimenti immobiliari in Bulgaria. Mia moglie che è di Sofia (link), mi ha aiutato in questa iniziativa e poi da lì la cosa è diventata sempre più grande, fino al punto di abbandonare nel 2009 la mia attività in Italia per concentrarmi unicamente sulla Bulgaria e di fatto trasferendomi stabilmente qui. Da allora vivo e lavoro a Sofia, città che adoro, che ritengo una delle migliori in Europa dove poter vivere, che mi ha dato molto sia in termini economici che affettivi e dalla quale non intendo più andare via.

www.aliasgroup-bg.net

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