“IL MONDO DELL’EDILIZIA AGORÀ PER I SOGGETTI PRODUTTIVI”

Regina De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, delinea la città del futuro, con un atteggiamento inclusivo: “Anche i sindacati devono essere coinvolti”

Cresciuta nell’ambiente dell’edilizia, il padre Claudio è stato un imprenditore capace e lungimirante, a detta di tutti coloro che l’hanno conosciuto, oggi è lei a proseguire nel solco tracciato dal genitore, scomparso sei anni orsono: Regina De Albertis, non ancora quarantenne, è la prima donna a essere eletta nel luglio scorso presidente di Assimpredil Ance, l’associazione delle imprese edili e complementari di Milano, Lodi, Monza e Brianza.

Dopo la laurea a pieni voti in ingegneria edile al Politecnico di Milano, Regina De Albertis lavora nell’impresa di famiglia di costruzione e sviluppo immobiliare Borio Mangiarotti spa, fondata nel 1920 dal bisnonno, giunta oggi alla quarta generazione di imprenditori.

Lei parla spesso di rinascita del Paese in senso sostenibile. Può esplicitare in maniera più completa questo suo pensiero?

La sostenibilità deve guidarci nel futuro, deve essere il nostro faro. E per sostenibilità faccio riferimento a due aspetti fondamentali: la persona, prima di tutto, che è il centro di qualsiasi attività, e il welfare aziendale, affinché il lavoratore, il dipendente, sia tutelato e sostenuto anche in momenti difficili per lui. Poi c’è la sostenibilità in ambito economico. La metà degli investimenti previsti nel Pnrr (piano nazionale per la ripresa e la resilienza, ndr) è rivolta alle costruzioni, un settore che è il motore della ripresa economica. E non si deve pensare solo a nuove realizzazioni, oppure ai quartieri degradati, con un loro recupero, ma anche alle infrastrutture. Per farlo occorre una collaborazione fra pubblico a privato è centrale

Milano vista come città sostenibile: un sogno o progetto fattibile?

Fattibile. Senz’altro. A Milano bisogna togliere le macchine dalla strada – e la realizzazione di parcheggi in sotterraneo va in questa direzione -, e poi un programma di recupero delle aree dismesse. La Milano sa dare dignità a tutti coloro che si impegnano per fare impresa a livello locale, deve poter operare e essere sempre più dinamici. Questo vale anche per gli appalti pubblici. Milano, quale città del futuro, sa guardare oltre ai propri confini e ragionare in un’ottica di città metropolitana. La forza di Milano sta nel fatto che è il polo attrattivo di tante realtà, ed è la città che occupa una posizione adeguata e unica per collegare con efficacia tutti i luoghi limitrofi.

La rigenerazione urbana guiderà la trasformazione del Paese?

Sì, perché per rigenerazione intendiamo il recupero. Abbiamo bonificato un’area vicino a MM Bisceglie intervenendo su una ex cava. Questo è un esempio di rigenerazione urbana. E tutti hanno davanti agli il prodigio edilizio che è stato realizzato nella zona delle ex Varesine: una cartolina di Milano che è conosciuta in tutto il mondo.

Nel vostro settore esiste un problema occupazionale?

Mancano 265mila nuovi addetti a livello italiano, sempre nell’ambito delle costruzioni. Bisogna fare qualcosa per riavvicinare i giovani al settore. Stiamo promuovendo dei corsi, vediamo in quanti aderiranno alle nostre proposte. Ma non è l’unica mancanza: l’aumento dei prezzi di materie prime, la mancanza di materie prime, sono aspetti che stanno creando difficoltà alle aziende che operano nell’ambito dell’edilizia.

La pandemia è tuttora presente. Come ha influito sull’attività degli iscritti ad Assimpredil Ance?

La pandemia ha accelerato alcuni aspetti: c’è un boom di vendite. Speriamo che la situazione si stabilizzi sempre di più. Io vorrei proprio che Assimpredil Ance diventasse un interlocutore dove dialogassero tutti i soggetti: non solo i costruttori, ma anche gli immobiliaristi, i progettisti, il mondo della produzione, i sindacati e la pubblica amministrazione. Deve divenire l’agorà del mondo dell’edilizia.

 

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