Francesca Sassi, titolare del ristorante, insieme al padre, Delio Sassi

ALL’ANTICA TRATTORIA DELLA PESA CALORE E AUTENTICITÀ GENUINI

Francesca Sassi, la titolare, ripercorre la storia del locale. Il ritratto che ne emerge è ricco di “vita vissuta, senza essere trendy” e di attenzione al recupero di mobili, stufe, piastrelle. Cucina rigorosamente milanese

Parlare di calore, di autenticità, di attenzione al recupero e al riuso di oggetti e tradizioni può sembrare anche retorico. In realtà è una ricchezza culturale che viene portata alla luce con grande cura anche in un locale dalle grandi tradizioni: l’Antica Trattoria della Pesa.

Da notare i mobili d’epoca, fine ‘800, all’interno del locale.

Siamo nel 1880, proprio nell’anno in cui viene inaugurato l’emporio Aux Villes d’Italie dei fratelli Bocconi. Gabriele D’Annunzio, quando l’emporio viene ricostruito dopo l’incendio del 1917, lo ribattezza Rinascente. La famiglia Calatti apre questo locale, con annessa pesa. Sì, al tempo, e fino a qualche lustro fa, i veicoli che trasportavano merci dovevano essere sottoposti alla pesata, al fine di pagare il dazio su quanto trasportato. In fianco al locale ecco quindi questa piastra piuttosto ampia sulla quale i veicoli (camion, in particolare) sostava per ottemperare all’incombenza. Inizialmente, più che una trattoria, è un caffè dove si andava per bere qualcosa. Poi, via via, vengono preparati cibi e diviene una trattoria.

Nel 1992, Ezia Calatti, figlia del fondatore, ormai stanca di svolgere questa attività, cede il tutto alla famiglia Sassi, che conosceva da tempo. Siamo qui con Francesca Sassi, odierna titolare, per raccogliere qualche testimonianza diretta.

Piatti di maiolica su una delle pareti.

Gentile Francesca, cosa caratterizza l’Antica Trattoria della pesa?

“Un locale che ha mantenuto l’atmosfera della vecchia Milano. Chi viene da noi vede che abbiamo conservato le stufe in maiolica, che risalgono alla fondazione, le sedie sono state rifatte, ma con lo stile d’antan. Tavoli e credenze in legno, tovaglie bianche, piastrelle crema e mattone anni 50 e una calda luce gialla che illumina ogni sala; persino i macchinari della pesa sono rimasti al loro posto, così come la pedana esterna: è un ritratto di qualcosa che non c’è più, in particolare la pesa, ma che ci ricorda da dove veniamo, l’attività, anzi, la doppia attività che abbiamo svolto per dare il nostro contributo alla crescita della città. Qui c’è autenticità, calore umano, vita vissuta senza essere trendy”.

Vita vissuta anche ai fornelli, quindi, con una forte ispirazione alla cucina milanese.

“Certamente. Anche in questo caso io e la mia famiglia abbiamo condiviso la volontà di essere costanti, ovvero di mantenere una tradizione nel menù. Alcuni piatti? Il foiolo, osso buco con risotto, risotto al salto, la costoletta alla milanese, cazzoeula, zabaglione caldo, la tarta tin, torta di mele caramellata, zuppa inglese, di origine emiliana. E via dicendo…la clientela gradisce, è affezionata al locale e noi la accogliamo come si accolgono gli amici a casa propria”.

Una sala all’interno del locale.

Qualche storia particolare, qualche aneddoto…

“Pochi sanno che, negli anni 30, in questo stabile abitò per un certo periodo Ho Chi Min, che lavorò anche qui, alla Trattoria”.

Immaginiamo si sia trovato bene anche lui, prima di dedicarsi ad altro, una volta lasciata la cucina.

 

www.anticatrattoriadellapesa.com

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