“INTEGRAZIONE DIGITALE LA VIA PER RITROVARE COMPETITIVITÀ”
Lo afferma Giuliano Noci, docente del Politecnico di Milano, titolare della cattedra Strategy and Marketing. “Il colosso cinese Huawei investe 25 miliardi di dollari annui in ricerca e sviluppo, il Programma Quadro dell’UE stanzia un budget di 115 mld in cinque anni”
“L’Unione Europea è a una svolta: o diviene un’unione politica e non solo monetaria, o si avvia a un declino inesorabile”. Non usa mezzi termini Giuliano Noci, docente al Politecnico di Milano, titolare della cattedra di Strategy and Marketing e svolge attività di ricerca prevalentemente nel campo dell’analisi dell’impatto delle tecnologie digitali su modelli di business, strategie di marketing e comunicazione delle imprese.
“Le cifre parlano chiaro: Huawei, azienda cinese leader mondiale nel mercato delle telecomunicazioni, con un’ampia scelta di prodotti, tra cui telefoni cellulari, tablet, wearable, (oggetti connessi con tecnologia elettronica e capacità computazionale che un utente può portare con sé, n.d.r.), investe 25 miliardi di dollari all’anno in ricerca e sviluppo. Il budget della commissione UE per il programma quadro è di circa 115 miliardi di dollari per 5 anni. E ho detto tutto”.
Parliamo del made in Italy, che vanta eccellenze nei settori arredamento, abbigliamento, alimentazione. Siamo messi fuori gioco?
“Le eccellenze dei prodotti, confermate e apprezzate in tutto il mondo, devono essere accompagnate da una elevata digitalizzazione, mentre vi sono aziende che dell’Information technology sanno ben poco o nulla. Proprio a questo settore bisogna indirizzare investimenti cospicui. Gli altri stanno correndo, vedi Huawei, noi stiamo fermi”.
E questo è un approccio che deve essere diffuso in tutti i Paesi dell’Unione europea.
“Certamente. Altrimenti l’Europa corre il rischio di diventare la Cenerentola del mondo, sono le cifre a dirlo. Ci troviamo di fronte a una sfida culturale: le scelte devono essere politiche, con un’attenzione particolare a ricerca e sviluppo, all’integrazione digitale. Questo può essere il percorso virtuoso per ritrovare una perduta competitività”
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