IL LAVORO E I GIOVANI, PROPOSTE IGNORATE, SISTEMA IN DIFFICOLTÀ

Da un lato, si segnalano i problemi per trovare un impiego, dall’altro si registra troppo spesso il rifiuto di qualsiasi offerta. Aziende ed enti pubblici si muovono per puntare su una formazione mirata

C’è difficoltà a trovare giovani che accolgano favorevolmente la proposta di lavorare con autisti di camion; analogo discorso vale per il saldatori, oppure per i “mulettisti”. Ci sono aziende che addirittura pagano le spese di soggiorno per chi accettasse di partecipare a un breve meeting formativo. Insomma, si parla molto delle difficoltà per i giovani nell’inserirsi nel mondo del lavoro, ma bisogna sottolineare questo aspetto: molte, troppe proposte d’impiego rimangono inevase. E comunque sul www.ildenaro.it, ancora il 7 febbraio scorso, si leggeva: “Con il passare degli anni i giovani stanno riscontrando sempre maggiori difficoltà nell’inserirsi nel mondo del lavoro e di conseguenza nel trovare una occupazione stabile. I motivi che hanno indotto questa situazione di precariato diffusa, specie tra i giovani, sono molteplici. In primis occorre prendere in considerazione le skills trasversali ormai richieste da tantissime aziende e la capacità pratica di porre in essere determinate attività la quale, nella maggior parte dei casi, non viene fornita durante il percorso di studio. Pertanto, svolgono sicuramente un ruolo fondamentale in questo settore le aziende o gli enti pubblici che decidono di puntare proprio sui più giovani e, di conseguenza, formarli in modo da proiettarli nel mondo del lavoro con determinate competenze”.

E qui si crea la dicotomia: i giovani cercano lavoro oppure no? D’altra parte è ormai ben noto il fenomeno dei Neet, ovvero dei nullafacenti, né sotto il profilo dello studio, né sotto quello di un  qualsiasi impiego.

E comunque gli effetti sul settore produttivo si fa sentire: “Nel primo trimestre 2022 – riporta  il Giornale delle Pmi – il numero totale di registrazioni di nuove imprese, depurato della stagionalità, segna un calo consistente, pari all’8,6%, dopo il recupero avvenuto nell’ultimo trimestre del 2021 (+5,4%). Rispetto al trimestre precedente – precisa il giornale on line – le registrazioni risultano in calo in tutti i settori, da –16,6% per i trasporti a -0,9% per gli esercizi ricettivi e di ristorazione, con l’eccezione dei servizi sanitari, di assistenza, istruzione e intrattenimento che aumentano del 2,4%. Particolarmente negativi i risultati delle costruzioni (-12,9%), del commercio (-11,5%) e dell’industria in senso stretto (-6,2%)”.

Altre analoghe considerazioni giungono dalla Confesercenti, che sul proprio sito, in vista della stagione turistica, riporta le stime di Assoturismo: “La mancanza di personale getta un’ombra sull’estate della ripresa del turismo. Se il sistema delle imprese ricettive e della ristorazione non riuscirà a rimpiazzare almeno parte delle 300mila figure lavorative attualmente non disponibili, non sarà in grado di soddisfare la domanda prevista per la stagione estiva, mettendo a rischio circa 6,5 miliardi di euro di consumi, a danno non solo di hotel, ristoranti e bar ma anche dei negozi.

Un simile scenario avrebbe conseguenze per tutta l’economia: si perderebbero infatti anche 3,2 miliardi di investimenti delle imprese del comparto e 7,1 miliardi di euro di PIL.

“La mancanza di lavoratori nel turismo è un problema serio per le imprese del settore e per il Paese. Servono risposte efficaci”, commenta Vittorio Messina, presidente nazionale di Assoturismo Confesercenti. “Dopo due anni di pandemia, sarebbe una beffa clamorosa mancare una stagione estiva che si prevede in forte ripresa per assenza di lavoratori”.

Dopo i danni, ingenti, la beffa. E la ricerca di personale diviene una proposta disattesa. Un fenomeno sociale atipico, se si pensa alla situazione attuale e, soprattutto, alle opportunità d’impiego che vengono prospettate. Si è creato uno iato fra mondo del lavoro e quello dei giovani che ha dell’incredibile. Forse un difetto di comunicazione, qualche promessa di lavoro non mantenuta, informazioni fallaci, ingannevoli… Consideriamo il tutto. Ma i referenti per individuare un’attività in maniera seria ci sono. E non sono pochi. I giovani devono crederci.

 

 

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