LIMITI AI DIMOSTRANTI NO VAX
PER UNA CONVIVENZA PIÙ CIVILE

Erano ancora in piazza. Però erano in numero di gran lunga inferiore rispetto alle scorse settimane. A Milano, ospite illustre No-Vax Robert Kennedy jr. a diffondere il suo “verbo” a circa quattromila persone. La società scomposta delle minoranze, in questo caso ben rappresentata da coloro che si oppongono al vaccino anti Covid e alla green pass, cede, ma non si arrende.

“Forme legittime di dissenso non possono mai sopraffare il dovere civico di proteggere i più deboli: dobbiamo sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo contrastano e lo combattono”. Questa è una delle considerazioni svolte dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto a Parma all’assemblea nazionale dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani. Di fronte ai sindaci, Mattarella ha poi aggiunto: “In queste ultime settimane, manifestazioni non sempre autorizzate hanno tentato di far passare come libera manifestazione del pensiero l’attacco al libero svolgersi delle attività. Accanto alle criticità per l’ordine pubblico, sovente con l’ostentata rinuncia a dispositivi di protezione personale e alle norme di cautela anti-Covid, hanno provocato un pericoloso aumento del contagio”.

Il Capo dello Stato, in maniera diretta, con frasi inequivocabili, ha stigmatizzato il disordine sociale provocato da No-Vax e No Green Pass: il diritto a manifestare è sancito dalla Costituzione, non quello a divenire invasivi, ovvero lesivi dell’altrui libertà a muoversi, lavorare, perché in questo caso siamo di fronte a una adunata sediziosa, vòlta a turbare o sovvertire l’ordine pubblico, un reato, in base all’articolo 655 del codice di procedura penale, ovvero, come precisa una sentenza della Corte costituzionale (15/1973), “l’atteggiamento sedizioso penalmente rilevante” è quello – e solo quello – “che implica ribellione, ostilità, eccitazione al sovvertimento delle pubbliche istituzioni e che risulti in concreto idoneo a produrre un evento pericoloso per l’ordine pubblico”. Abbiamo assistito ad atti violenti a Trieste, Milano e Bologna, con scontri con la polizia. Ma può essere che la magistratura contempli nell’”evento pericoloso per l’ordine pubblico” anche la diffusione del Covid 19, come sta accadendo nel capoluogo giuliano – i contagi sono aumentati di sette volte nelle ultime settimane – e anche in altre parti del Paese.

Altro aspetto da tenere presente, ancora con riferimento alla nostra carta costituzionale: la lettura parziale, faziosa, e incompleta dell’articolo 32. “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”. Coloro che rifiutano il vaccino si fermano alla prima parte della frase, non considerano quel “se non per disposizione di legge” che conferma la centralità del Parlamento nell’assumere provvedimenti legislativi anche di carattere sanitario. Attualmente, per soggetti con età compresa da 0 a 16 anni, i vaccini obbligatori sono dieci. Il primo vaccino obbligatorio fu adottato nel 1938, un antitetanico. Per cui, l’obbligatorietà esiste per legge da tempo e nessuno può esimersi. Per i vaccini contro il Covid-19 non c’è alcuna imposizione ma un continuo appello alle regole di base da osservare. Regole che sono state disattese durante le manifestazioni dei dimostranti. Ora è intervenuto il ministero dell’Interno, imponendo regole restrittive in merito ai comportamenti di chi scende in piazza: il Viminale non poteva intervenire prima? Un effetto c’è stato, senza dubbio, e in molti hanno abbandonato la scena. Ma il rischio di ulteriori tensioni esiste. Comunque il percorso indicato è quello corretto. Affinché chi è vaccinato possa passeggiare liberamente al sabato pomeriggio. E chi non lo è, non limiti le libertà altrui.

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